Arte e Palio: continua la personale di Langella

ASTI – Alla Cripta di Sant’Anastasio, continua la personale del pittore astigiano Michele Langella. La mostra, intitolata “ArtePalio. Bellezze e fascino delle terre piemontesi” e caldeggiata dalla Associazione Rione San Secondo di Asti, resterà visitabile fino a domenica 30 settembre.

Dodici tele in acrilico (undici di queste 100 × 100 cm e una 120 × 60 cm) per la maggior parte inedite, attraverso le quali Langella ha voluto catturare e interpretare il territorio piemontese in alcune delle sue migliori declinazioni: dalla iconica Sacra di San Michele, alle risaie vercellesi, ai territori Unesco di Monferrato, Langhe e Roero.

«Ho voluto omaggiare la terra nella quale vivo da quando sono bambino – ha commentato l’artista – Dal punto di vista espressivo, i quadri sono il risultato del percorso personale che ho compiuto negli ultimi mesi, orientato soprattutto a sviluppare e perfezionare gli studi sulla luce e sulla tecnica mista, quella realizzata con pennelli, spatole e altri strumenti».

Una delle opere in mostra

Già inserito in cataloghi di rilievo e recensito in passato da personalità di spicco quali Paolo Levi e Josè Van Roy Dalì, Michele Langella ha alle proprie spalle un cospicuo numero di rilevanti esposizioni personali e collettive, allestite in Italia e all’estero. Da ricordare quelle nelle città di Oslo e Drammen in Norvegia, quella nel complesso museale Sala del Bramante in Piazza del Popolo a Roma, ma anche il Conferimento Artista Italiano negli Stati Uniti “Arte States” con inserimento nel “General Artworks Catalog” e con videoesposizione di un’opera nelle città di Hollywood, New York e Washington.

In termini di affluenza e di critica, l’esposizione ha già registrato un sensibile apprezzamento: «Sono orgoglioso che la mia visione pittorica di queste terre e la mia interpretazione artistica possano avere visibilità in un periodo come questo – ha detto il pittore – Forse il momento migliore, in termini stagionali e turistici, per godere delle bellezze del territorio e di tutta la sua complessità».

Francesco Bellè

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