Riceviamo e pubblichiamo.
Avendo l’abitudine “dolce” di muovermi per Asti prevalentemente a piedi,
concedendomi spesso il piacere di considerarne le vie, i parchi, i vicoli e gli anfratti; al centro e in periferia,
di testarne bellezza e accoglienza, fatiscenze e criticità,
avendone avuta ulteriore e più intensa opportunità in occasione dei pellegrinaggi pre-elettorali,
proprio in tali passaggi, avendo voluto provare l’inimmaginabile esperienza di avventurarmi per la città in carrozzella,
ho confermato piena coscienza dell’enorme mole di lavoro che occorrerebbe/occorrerà fare sul tema delle barriere architettoniche e su tutte quelle condizioni che fanno di Asti un percorso ad ostacoli e trappole, … e non solo per chi ha problemi di disabilità ma addirittura per tutti.
Dovunque:
- degrado diffuso, selciati e marciapiedi sconnessi, troppo stretti e pieni di ingombri,
- beffardi accessi e passaggi e supporti, teoricamente previsti per chi ha disabilità motorie, o di vista, o di udito spesso non a norma – come larghezza e pendenza – abbandonati all’incuria e al degrado, oppure gratificati da interventi tampone e da rappezzi molto peggio dei buchi.
- parchi e giardini pubblici sostanzialmente vietati a causa di gradini o scalini troppo alti, fioriere, o addirittura – sui percorsi – cestini per rifiuti a sbarrare la strada.
- Si aggiungano locali pubblici e privati senza scivoli, o con scivola “ a domanda”, con servizi igienici attrezzati solo sulla carta e allo scopo di rendere “in regola” la licenza ma senza alcuna verifica vera di funzionalità e utilità.
Potrei continuare.
In allegato piccolo campionario di foto del tutto insufficienti a testimoniare la reale condizione di Asti in materia.
Considerato che nel lontano 1990, al mio primo ingresso in consiglio, avevo sentito l’urgenza di sollevare il problema e che oggi, alla luce di fatti, mi sento di nuovo di farlo, interpello il Sindaco e gli Assessori competenti per sapere:
- se non sia assoluta priorità sociale, umana, culturale, civica intervenire una volta per tutte in materia,
- se in bilancio e soprattutto nei cospicui fondi arrivati in PNRR e/o in Recovery non sia opportuno prevedere investimenti specifici e seguire l’esempio di molte altre città che hanno avviato o concluso una progettualità e un percorso sul tema delle barriere architettoniche, dei trasporti pubblici, dei servizi e degli uffici, a vantaggio di chi ha disabilità o fragilità,
- se non si ritiene necessaria la costituzione di momenti di collaborazione e partecipazione concreta (tavolo, consulta stabile) con le associazioni e le realtà che si occupano del problema,
- se, sull’argomento, non sia importante prevedere comunicazione, informazione e formazione nei confronti di tutta la macchina comunale e di tutta la cittadinanza,
- se non sia irrinunciabile un censimento e mappatura della stato delle cose e, contestualmente e successivamente agli auspicabili interventi, un costante monitoraggio sulla città.
Gianfranco Miroglio Europa verde – Verdi
Sottoscrivono : Paolo Crivelli – Prendiamoci cura di Asti; Mauro Bosia e Vittoria Briccarello – Uniti si può; Mario Malandrone – Ambiente Asti
La seconda interpellanza
Considerata la conclamata emergenza climatica e la conseguente, pesantissima, crisi energetica,
preso atto, visitando il centro città e addentrandomi tra negozi e attività commerciali, che la larga maggioranza degli esercizi mantiene l’insana consuetudine (in atto da alcuni anni) di far viaggiare i condizionatori a palla, ma tenendo le porte spalancate verso vie e portici,
verificato che la stessa assurda situazione si ripropone, a condizioni climatiche opposte, anche d’inverno,
immaginato che tale scelta sia motivata esclusivamente dallo scopo di produrre l’effetto imbuto sui potenziali clienti ( … e quindi maggiori ipotetici introiti), non certo dalla missione di prevenire distorsioni ai polsi o epicondilite agli stessi,
valutati tutti gli appelli e gli impegni (retorici?) a fare in modo che “nulla sia mai più come prima”,
riaffermata la funzione educativa/formativa che un’Amministrazione deve avere nei confronti della propria cittadinanza,
osservato come siffatti comportamenti mirati al mero guadagno di pochi prefigurino sprechi e danni per tutti,
interrogo il Sindaco e gli Assessori competenti per chiedere e sapere se non si ritenga indispensabile una ordinanza sindacale che vieti o limiti drasticamente azioni insensate in un drammatico contesto climatico/ambientale quale quello attuale.
Gianfranco Miroglio
Verde Europa Verdi Asti