Ad Asti l’inclusione passa anche attraverso i menù
Con il progetto “Adesso scelgo io”, in due locali della città le persone con disabilità comunicativa potranno scegliere cosa consumare attraverso la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa)
ASTI – Favorire l’interazione e l’inclusione sociale delle persone con autismo. È questa la mission dell’Associazione Missione Autismo di Asti.
“Purtroppo non esistono dati certi sul numero di persone con autismo in Italia, ma una stima effettuata nell’ambito del ‘Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico’, co-coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, rivela che in Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico. Nel nostro Paese si stima che siano più di 600 mila casi. Numeri di una certa rilevanza se consideriamo che recenti studi internazionali mostrano, negli ultimi anni, un ulteriore incremento di tali disturbi”.
L’AMA, operativa sul territorio da circa 14 anni, attualmente segue 35 ragazzi di età compresa tra i 3 ed i 34 anni. “Nell’ambito dei nostri progetti di Vita Indipendente ci siamo resi conto che le difficoltà di comunicazione vissute dai nostri ragazzi erano amplificate nella frequentazione dei locali pubblici cittadini: bar, ristoranti, pizzerie etc. Nelle nostre uscite era chiaro che i nostri ragazzi non potessero scegliere da soli cosa ordinare, non perché non fossero in grado di farlo, ma perché di fatto non riuscivano a comprendere quali fossero realmente le opzioni tra cui scegliere. Nasce da qui l’idea del progetto ‘Adesso scelgo io’. Potevamo migliorare le loro possibilità di interazione fornendo agli esercizi commerciali uno strumento costruito ad hoc che li aiutasse a colmare questa loro difficoltà” racconta Mirella Esperte, terapista ABA, Tutor Vita indipendente e coordinatrice del progetto.
Grazie al contributo del Bando Charity Fab, AMA con i suoi volontari e operatori ha studiato, realizzato e reso disponibili dei menù tradotti in CAA, la Comunicazione Aumentativa Alternativa, che permette di entrare in relazione e comunicare attraverso forme di espressione differenti rispetto alla lingua parlata, utilizzando immagini, foto e simboli che mirano ad aumentare le possibilità (aumentantative) e/o a compensare (alternative) difficoltà di comunicazione e di linguaggio verbale.
“È stato un lavoro piuttosto lungo, abbiamo dapprima mappato i locali, selezionando quelli più adatti, abbiamo considerato ad esempio gli spazi e il rumore, ma anche la tipologia di menù da tradurre. In totale abbiamo contattato 5 esercizi commerciali, di questi solo due hanno accettato. Purtroppo la situazione di incertezza rispetto alle restrizioni Covid in cui ci trovavamo in fase di avvio del progetto (primavera scorsa) ha un po’ frenato le adesioni”, aggiunge Mirella Esperte.
I volontari AMA, con il supporto degli operatori, hanno acquisito le informazioni utili a comprendere tutte le opzioni di scelta offerte dai locali, le quali successivamente sono state fotografate una per una. Le immagini stampate sono state plastificate, catalogate ed incollate sul velcro e poi inserite in un raccoglitore ad anelli. Al fondo del raccoglitore è stata posizionata un’apposita pagina dove poter effettuare l’ordine. Su di essa il ragazzo con difficoltà comunicative, ma anche il bambino, lo straniero che non conosce la lingua, può staccare le immagini e posizionarle per comporre il proprio ordine.
I menù colorati e interattivi, che accolgono oltre 230 immagini, sono stati consegnati, nell’ambito dell’evento conclusivo del progetto che si è tenuto ieri al Fuoriluogo, agli esercizi commerciali aderenti: la caffetteria Astense, all’interno di Fuoriluogo, locale di aggregazione dei giovani e di promozione di eventi; la Cremeria Alfieri, in piazza Alfieri, locale frequentato sia da famiglie che da giovani.
“Per favorire realmente l’inclusione delle persone con disabilità bisogna agire sui contesti, modificare i luoghi e gli spazi di vita e renderli accessibili. Con ‘Adesso scelgo io’ cerchiamo di abbattere una delle barriere che ogni giorno i nostri ragazzi incontrano e fare un passo avanti verso la loro autonomia”, conclude Paola Bombaci.