Lo spettacolo “E riapparvero gli animali” del Teatro delle Ariette andrà in scena venerdì 16 agosto, alle 21, nel giardino del Parco Giochi Pettinati a Cellarengo, nell’ambito del cartellone “Corti, Colline, Comunità e…”, organizzato dall’Unione collinare “Dalla piana alle colline”, con la direzione artistica di Casa degli alfieri e realizzato in collaborazione con l’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano.
“Il nostro teatro è un teatro di terra, fatto con le mani e vissuto nel corpo.” Ci ricordano Paola Berselli e Stefano Pasquini del Tetro delle Ariette, originalissima formazione teatrale bolognese che ha un meritato successo italiano ed europeo, ma che di fatto è una piccola comunità che non ha mai abbandonato l’idea che rappresentare spettacoli voglia dire incontrare altri intorno a storie, preferibilmente vere, piene di vita, perché così sono più credibili, e che fare teatro debba essere anche una forma moderna del convivio. “Perché attorno a un tavolo non si consuma solo un pasto: si scambiano esperienze, gioie, dolori.”
Un gruppo che in oltre venticinque anni ha proposto spettacoli, appunto, reinventando completamente i connotati formali della relazione teatrale: attorno a un tavolo, in campi coltivati, nei cortili notturni di un dopofestival, attraverso lo sguardo cinematografico, camminando, danzando, mangiando.
Il loro originale spettacolo, che avrà come momento conclusivo un convivio con tagliatelle per gli spettatori, è incentrato sull’omonimo testo di Catherine Zambon, scritto dall’autrice francese durante il primo lockdown del 2020, ambientato in un futuro distopico che assomiglia drasticamente al nostro presente.
La protagonista è una donna di settant’anni, che dopo aver attraversato l’Epoca dei Grandi Contagi e il lungo periodo di Riorganizzazione Faunistica e Sanitaria, durante il quale erano stati eliminati tutti gli animali ritenuti colpevoli di essere portatori di malattie, si trova a confrontarsi con la realtà di un mondo nuovo, moderno e crudele, indurito, buio e senza pietà. Un mondo che il primo maggio di non si sa bene quale anno futuro si ritrova sull’orlo di una catastrofe inaudita.
È proprio questa la storia che Paola Berselli narra al pubblico, mentre Stefano Pasquini, con la farina del grano che coltivano alle Ariette, sta preparando in scena i tortelli nella lastra, uno street-food vegetariano tipico dell’alto appennino tosco-romagnolo, che lui stesso ha scoperto proprio durante il periodo del Covid.
In uno spazio scenico condiviso, senza distinzione di palco e platea, appena i racconti finiranno, Paola e Stefano offriranno agli spettatori un piatto di tagliatelle preparate con la loro farina, condite con un pesto di noci, mandorle e rosmarino. Un modo per ritornare alla vita, al nostro presente, dopo il viaggio nel tempo che si è affrontato. Un modo per celebrare la festa che ogni incontro attorno a quel rito che chiamiamo Teatro rappresenta.
L’evento è per un massimo di 60 spettatori. Prenotazioni consigliate al 328-7069085
Il Festival proseguirà martedì 20 agosto con “Teresa, ovvero la sarta che voleva ricucire il firmamento”, il nuovo e poetico monologo di Antonio Catalano con Patrizia Camatel, coprodotto dalla casa degli alfieri e dal festival Asti Teatro. L’appuntamento sarà nel cortile della Filanda di Valfenera alle 21.
L’ingresso è libero, a offerta.
Per info: cell. 3392532921 – info@archiviotetralita.it
Il Festival “Corti, Colline, Comunità e…” è realizzato con il contributo della Fondazione CRAsti e in collaborazione con Ecomuseo BMA.
Giunto quest’anno alla quarta edizione, si colloca nell’affascinante cornice dell’Unione collinare costituita dai comuni astigiani che si trovano in posizione strategica, al confine con la provincia di Torino: Cellarengo, Ferrere e Valfenera.
L’intento del cartellone è quello di innovare, ampliare e sistematizzare l’offerta culturale, anche attraverso la valorizzazione di luoghi con spettacoli di teatro e musica, di impronta popolare ma anche aperti a influenze contemporanee.