Malandrone: «Il Piano del Traffico renderà Asti più pedonale e più bella, ma…»
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del consigliere Mario Malandrone (Ambiente Asti) sul Piano del Traffico Urbano.
Ho letto il Piano Urbano del Traffico e mi sono posto alcune domande che voglio condividere con voi.
Serve un nuovo Piano del Traffico ad Asti?
Certo che serve, serve da un punto di vista della salute e della vivibilità. È una scelta obbligata che ci indica la Regione e ci dà anche i tempi. Entro il 31 dicembre 2022 occorre fare scelte coerenti con le direttive europee e fissa obiettivi 50% di zona pedonale e 100% di ZTL nel centro storico. La scelta indicata dal piano del traffico è arrivare a un 30% di zona pedonale e a un 60% di ZTL del centro storico. Quindi è positivo e non ancora sufficiente, però c’è una espansione della ZTL e della zona pedonale. L’idea però di mettere la zona pedonale a contatto con il flusso di auto verso il parcheggio sotterraneo di Piazza Alfieri la espone comunque alle polveri sottili e a un flusso significativo, anche se minore di veicoli.
È un nuovo piano del traffico?
Finalmente si mette mano a un piano del traffico dopo 20 anni, e si va nella direzione obbligata da altri. Nel piano si indicano ricette già indicate 20 anni fa con qualche miglioramento e che per paura, proteste e concertazioni mai esaudite. Infatti lo studio che lo ha redatto è lo stesso di venti anni fa.
Il nuovo piano estenderà la zona pedonale e la ZTL?
Si ridisegnano nuove zone pedonali: piazza Alfieri (anche se inizialmente solo in parte) e Piazza Della Libertà. Inoltre si estendono ZTL e ZTM, nella parte storica a sud ovest e nordovest.
Perché il dibattito si concentra sul “buco” in Piazza Alfieri?
Liberare Piazza Alfieri è una bella idea, ma occorre avere coraggio. Il “buco” in Piazza Alfieri è centrale nel piano, l’effetto è la Piazza libera dalle auto, ma libera non è del tutto nel piano per ora.
Si vuole diminuire l’inquinamento, ma nelle zone a ridosso del centro pedonale si continuano a portare auto. Il parcheggio sotterraneo in Piazza Alfieri, se da un lato diventa quasi la giustificazione del piano, sembra il buco intorno a cui tutto ruota.
Spariscono le auto in superficie, ma rimangono in centro, scompaiono i platani, sparisce il passaggio degli autobus e si accolgono 700 auto, 200 in più. Tale progetto porterà comunque migliaia di auto in centro.
Sì, è vero, non si girerà più per la piazza alla ricerca di un parcheggio, ma il buco ricorda il gesto di nascondere la polvere sotto il tappeto. Eppure, intorno alla questione di parcheggi in centro, si hanno anche altre proposte (aumento in Piazza Campo del Palio, contenitori vuoti).
Inoltre, occorre vedere il progetto del “buco” con le sue problematiche: gli accessi (di fronte a locali storici), l’eliminazione di piante secolari, gli anni di lavori per realizzarlo che prevedono costi enormi e danneggiamento di chi opera commercialmente. Oltre alle problematiche tecniche di cosa c’è sotto: la vecchia cittadella, delle cisterne nella parte sottostante la piazza, le acque.
È davvero fondamentale il parcheggio sotterraneo?
Invece di gravitare intorno all’idea del buco, il pensiero si dovrebbe spostare a riorganizzare i mercati utilizzando la liberata Piazza Alfieri e vie rese libere da auto. Bisognerebbe liberare Piazza del Palio come parcheggio, senza la diminuzione dei posti in alcuni giorni in cui è parzialmente occupata dalle auto. Una priorità è quella di fornire parcheggi al traffico pendolare. Si devono studiare altre soluzioni: si parla di parcheggi sotterranei (altri buchi) e se ne parlava già a fine anni 90 per la Colli di Felizzano, eppure non se ne fece nulla. Oggi vi sono spazi privati e pubblici in disuso in superficie, che potrebbero diventare parcheggi multipiano. Si deve mettere in sinergia ciò che progetteranno le ferrovie sugli Scali Babilano, occorre rivedere le aree mercatali, liberare piazza del Palio e usare la Piazza Alfieri e le vie liberate dalle auto per recuperare parcheggi. L’obiettivo però deve essere meno auto in centro e investire sulla mobilità alternativa al traffico privato (trasporto pubblico, piste ciclabili). È chiaro che senza un progetto sulla mobilità alternativa (compresi i trasporti pubblici) a quella dei mezzi privati, il lavoro fatto potrebbe risultare inutile. Inoltre, non impatterebbe sull’inquinamento atmosferico, sulla salute dei cittadini e sulla vivibilità della città.
Come si sposteranno i cittadini di Asti?
Forse nello stesso modo, con un miglioramento, ma che non è al passo col futuro e la questione del “buco” è importante in questa ottica. Se non c’è un’idea chiara della chiusura del centro e un investimento sul trasporto pubblico locale, che pare non cambiare mai di molto, sarà difficile incidere.
Asti sarà davvero più pulita?
È chiaro che Asti sarà più pedonale e più bella, ma lontani saremo dall’obiettivo di ridurre il pm10 e le altre polveri inquinanti in modo significativo.
Io che sono fisico e mi sono occupato di atmosfera, come faccio a giustificare che la scelta sia davvero ambientale?
Non sarà adeguata alle problematiche – anche se appare coraggiosa e finalmente nella direzione giusta -perché occorre mettere davvero i cittadini in condizione di scegliere una mobilità alternativa.
È vero che in alcune zone della città, per esempio Piazza Torino, si risolve un problema qual è l’imbuto della rotonda, dove si genera più inquinamento nelle code e nei rallentamenti. Ma i bus non utilizzano gli assi principali. Per esempio l’attraversamento nord sud di Corso Dante e Corso alfieri viene garantito ed è fortemente impattante sull’inquinamento.
È vero che su alcuni assi viari importanti si disegnano piste ciclabili necessarie, anche se alcune non ancora studiate sul campo. Sui trasporti locali entra in gioco il lavoro di ASP, tra i firmatari vi è l’amministratore delegato Ing . Golzio; dipenderà da come Asp intenderà agire sulla tariffazione dei parcheggi, su cosa farà per un trasporto pubblico che ha perso negli anni una grossa percentuale di utenti. Queste sono domande a cui, senza una risposta, rischiamo di demandare l’unica soluzione a mantenere parcheggi in Piazza Alfieri (sotto ovviamente), non cambiando molto della pressione sul centro delle auto.
Cos’è prioritario?
Stabilire una partecipazione delle associazioni, delle realtà ambientaliste, di tecnici. Occorre contribuire a un miglioramento del piano. Doverlo fare ad agosto è certo un limite, ma molte associazioni ci stanno già lavorando e io spero saranno ascoltate.
Mario Malandrone