Il sindaco e il delfino fossile del Pliocene: un incontro speciale avvenuto tra Giovanni Marchese, primo cittadino di Montafia, e l’esemplare del Mare Padano, vissuto 3,5 milioni di anni fa e ritrovato in frazione Bagnasco nel 1876.
Da qualche settimana il cetaceo, nome scientifico Astadelphis gastaldii, è esposto alla mostra “Change! Ieri, oggi, domani. Il Po” in visione a Torino nella splendida cornice di Palazzo Madama e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Si tratta di un reperto di notevole valore storico e scientifico che gli astigiani non hanno mai visto.
Conservato nel deposito del Museo Paleontologico di Asti, è la prima volta che lo scheletro dell’animale preistorico viene esposto al pubblico: il sindaco Marchese non è voluto mancare all’appuntamento. Il delfino lo aspettava nella teca di vetro all’ingresso della mostra, a testimoniare, insieme ad altre belle conchiglie del territorio astigiano, che prima del Po c’era il Mare Padano.
Un incontro emozionante: la prima volta tra un delfino ritrovato nello stesso territorio che Marchese amministra. Il sindaco ha prima osservato il curioso cranio dell’esemplare e poi ha allungato lo sguardo su vertebre e costole, alcune delle quali con i segni visibili della predazione del temibile antenato dello squalo bianco (Cosmopolitodus hastalis).
“La suggestione è stata grande – commenta Marchese – La visione diretta del delfino fossile ha rafforzato la convinzione che occorra maggiormente tutelare e valorizzare i territori in cui sono avvenuti i ritrovamenti paleontologici o che ospitano affioramenti di conchiglie: il nostro comune è in una situazione di prestigio perché può vantare tre esemplari conservati ad Asti (le due balenottere di Montafia e Bagnasco, il delfino scoperto nella stessa frazione) e pareti fossilifere protette dai boschi o facilmente visibili ancora oggi. Ma per un comune piccolo come il nostro non è possibile fare da solo”.
In attesa che si definisca la candidatura Unesco sui geositi (obiettivo del Parco e del Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato), il territorio della Valtriversa, di cui fa parte Montafia, ha puntato sulla valorizzazione dei fossili attraverso il Distretto del Mastodonte, quattordici centri che sostengono il commercio di vicinato.
“Siamo ricorsi a un esemplare del Villafranchiano già nel nostro nome – osserva Anna Macchia, sindaco di Villafranca, comune capofila del Distretto – e abbiamo dedicato al mastodonte il biscotto ideato con successo, a dicembre, dai produttori locali. I nostri centri usando la fantasia hanno dedicato agli animali del Mare Padano murales, sculture, belvedere artistici e, ultimamente, anche la Mappa delle mete. Ricorrendo a un linguaggio originale, raccontiamo la nostra storia facendoci guidare da esseri affascinanti: conchiglie, balene, delfini, mastodonti e rinoceronti di un lontanissimo passato”.
Alcuni dei reperti emersi in Valtriversa tra l’Ottocento e il Novecento godono attualmente di palcoscenici particolarmente rilevanti: il rinoceronte di Dusino San Michele e il mastodonte di Villafranca sono esposti nel nuovo Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, mentre il delfino di Bagnasco di Montafia resterà in visione a Palazzo Madama, nella Sala del Senato del Regno d’Italia, fino al 13 gennaio.