La riflessione di Malandrone (Ambiente Asti), Vitello (Uniti si può) e Miroglio (Europa Verde)
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione a firma di Mario Malandrone (Ambiente Asti), Giuseppe Vitello (Uniti si può) e Gianfranco Miroglio (Europa Verde).
Solo coloro che non hanno visto in azione Bosia e Briccarello o Briccarello e Bosia, dal momento che i due hanno lavorato perfettamente all’unisono e la minima differenza di preferenze ne è la dimostrazione, possono stupirsi di un risultato eclatante. La lista AVS ottiene sull’intero territorio provinciale 6019 numeri assoluti, pari al 7,62% dei voti, Vittoria raggiunge le 2310, Mauro tocca le 2127. Nel comune di Asti AVS raggiunge 3045 preferenze, pari al 13% dei voti, piazzandosi come 4° partito in città, non lontano da Forza Italia e superando la Lega di Salvini. Stiamo parlando di Partiti che hanno rappresentanze nella Giunta ad Asti, in Regione, in Parlamento, che hanno Ministri, finanziamenti elettorali cospicui, sostenitori facoltosi.
Tale risultato è stato ottenuto con una spesa totale per la campagna elettorale di 6 mila euro, una cifra minima, ma è giusto che sia così in paragone alle spese degli altri partiti, costi che presto confronteremo e commenteremo. In termini di preferenze Briccarello e Bosia superano ad Asti largamente tutti i candidati della destra che andranno a sedere in Consiglio, beneficiati del listino di Cirio compresi. Infatti al 30% dei voti di FdI corrispondono solo le 746 preferenze di Ebarnabo; l’Assessore Gabusi, dopo 5 anni di governo, raggiunge in città le 684; l’ormai ex Vice Presidente della Regione Carosso, che sarà semplice Consigliere, raggiunge le 832 preferenze.
La prestigiosa sede di Via Garibaldi, costi a parte, non gli ha portato granché.
Come spiegare allora l’avanzata di Briccarello e Bosia? In primo luogo perché sono “energie nuove”, perché sono stati supportati dalle liste civiche, da un gruppo di giovani, e diversamente giovani, che animano la Casa del Popolo, perché ci hanno messo la faccia con una campagna elettorale in mezzo alle persone, confrontandosi e discutendo, educatamente sempre e comunque anche con coloro che la pensavano diversamente, perché sanno interagire avendo studiato i problemi e ragionandone quindi con competenza, perché hanno affrontato temi locali, regionali e nazionali, portando in mezzo agli elettori questioni come la sanità ad Asti e Provincia, discutendo dell’inutilità della Tangenziale Sud Ovest, denunciando un aumento della Tari che dimostra quanto sia mal governato il Comune di Asti, mai tralasciando il tema della pace e del cessate il fuoco subito, insomma coniugando nella discussione alcuni argomenti che hanno caratterizzato con successo in questi anni la politica di Alleanza Verdi e Sinistra: la giustizia sociale ed economica, quella ambientale, la difesa dei diritti civili.
A tutto questo si aggiunge una carica umana, di empatia nell’immedesimarsi nei problemi degli altri, nel trasmettere la volontà di porsi “al servizio” senza chiedere nulla, senza pretese e, soprattutto, senza supponenza. Due ragazzi giovani che sono piaciuti, che trasmettono sincerità, trasparenza e pulizia morale.
Non certo come ultima ragione questo risultato è stato ottenuto grazie al fatto che la rete delle liste civiche astigiane, Ambiente Asti, Uniti si può e Verdi per l’Europa, hanno lavorato insieme e radunato le forze per sostenere Bosia e Briccarello che, lo ribadiamo, si sono presentati come candidati indipendenti in Alleanza Verdi e Sinistra. Ora serve continuare a essere realisti sul futuro, a partire dalla città: il centro destra è ancora davanti e non sarebbe produttivo se taluni si facessero prendere da facili entusiasmi andando troppo presto ad ipotecare il futuro o, peggio, avanzando candidature. Le destre possono essere battute solo dimostrando di essere validamente alternativi a partire dai programmi e convincendo i cittadini che destra e sinistra non sono la stessa cosa, che la politica non è tutta uguale, che i programmi sono e devono essere diversi e non sovrapponibili. L’alternativa si costruisce evitando le contraddizioni, garantendo coerenza tra quanto si afferma e come si opera in mezzo alle persone, partendo dai bisogni materiali e dalle necessità di chi si trova indietro ed è in difficoltà. Come in passato, non aspettiamoci altra risposta, oltre la nostra.