Si è svolta anche ad Asti l’iniziativa nazionale per richiamare l’attenzione sui suicidi in carcere
Un incontro nell'ambito della campagna lanciata dalla Conferenza dei Garanti delle persone detenute
ASTI – Si è svolta sabato scorso anche ad Asti l’iniziativa lanciata dalla Conferenza nazionale dei Garanti delle persone detenute per richiamare l’attenzione sui suicidi in carcere. Al Foyer delle Famiglie delle ACLI, i garanti regionale Bruno Mellano e comunale Paola Ferlauto, in collaborazione con la Camera Penale del Piemonte Occidentale e Valle d’Aosta, sezione di Asti, con il referente avv. Davide Gatti, con l’associazione di volontariato penitenziario Effatà, referenti Beppe Passarino e Domenico Massano, e con il supporto prezioso della Acli di Asti, referente Mauro Ferro, si è animata un’iniziativa particolarmente coinvolgente.
Con la lettura dei 62 nomi, età e carcere, delle persone detenute che sono “morte in carcere e di carcere”: non solo dunque i 35 suicidi, ma anche coloro che hanno perso la vita da ristretti per cause da accertare o per malasanità. Il tragico elenco è quotidianamente aggiornato dalla Rivista Ristretti Orizzonti redatta presso il carcere di Padova e la cui banca dati online registra all’inizio del suo lavoro, gennaio 1992, ben 1760 suicidi.
Prima della lettura condivisa dei nomi, si è parlato del fenomeno crescente ed allarmante degli atti autolesivi e del numero delle persone che si sono tolte la vita nell’ambito della Comunità Penitenziaria, delle problematiche croniche del sistema penitenziario, delle progettualità positive messe in campo anche ad Asti, ma si è unanimemente tornati sulla necessità di interventi urgenti e radicali. Si sono segnalate sia la recente riforma in fase di difficile attuazione della cosiddetta “giustizia riparativa” ma anche dell’importante decisione della Corte Costituzionale (10/2024) in tema di affettività in carcere. Significativa la presenza e l’intervento dell’Assessore comunale Loretta Bologna, anche a nome del Sindaco Rasero, dei consiglieri comunale Paolo Crivelli e Walter Saracco, degli avvocati Davide Arri, Guido Cardello e Cristina Coda e di numerosi volontari penitenziari.
Significativa la concomitanza con la giornata nazionale della visita alla Casa Circondariale di Verona del Pontefice che ha avuto parole chiare e ferme sulla questione, con un diretto appello ai detenuti “non cedete allo sconforto: la speranza è un diritto”. Proprio sabato 18 maggio, infatti, Papa Francesco ha affermato “Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Sì, è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni, e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto”. Ha inoltre sottolineato “Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate – nella mia terra, pure -, con conseguenti tensioni e fatiche. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria.” E infine ha concluso “Seguendo le cronache del vostro istituto, con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. È un atto triste, questo, a cui solo una disperazione e un dolore insostenibili possono portare. Perciò, mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto, a guardare la porta come la porta della speranza”.
L’occasione è servita per ricordare i 35 detenuti suicidi in Italia dall’inizio dell’anno, a cui si affiancano 4 agenti di polizia penitenziaria: in Piemonte sono 3 i reclusi che si sono tolti la vita da gennaio, rispettivamente ad Ivrea, Cuneo e Torino. Il Garante regionale ha rilanciato l’appello pubblico che ha preso avvio dalle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 18 marzo scorso, parlando alla Polizia Penitenziaria al Quirinale ha sottolineato come “elemento prioritario” sia “l’esigenza di assistenza sanitaria nelle prigioni, che è una esigenza diffusa ampia, indispensabile”. E come “E’ indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto. Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra che servono interventi urgenti. E’ importante ed indispensabile affrontare il problema immediatamente e con urgenza. Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, per rispetto di chi negli istituti carcerari è detenuto e per chi vi lavora”.
Il Garante regionale ha ricordato le iniziative intraprese dalla Conferenza nazionale anche in Piemonte già nella giornata dello scorso 18 aprile ed ora nella giornata del 18 maggio, dando appuntamento a Torino per giovedì 23 maggio al Tribunale con l’Ordine degli Avvocati e al prossimo 18 giugno, evento conclusivo della mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di sollecitare l’attenzione delle istituzioni e della politica alla questione, iniziative sotto lo slogan “Non basta più indignarsi!”, anche perché nella stessa giornata il tragico contatore si è aggiornato a 36 suicidi.