“Una penna per due mani”: un libro scritto da detenuti del carcere di Asti e studenti del Monti

Un volume dalla doppia copertina e dalla doppia lettura, con il punto di vista di chi sta dentro e chi sta fuori le mura

ASTI – Questa mattina nella sala Gianni Basso del Teatro Alfieri si è tenuta una conferenza stampa di presentazione del progetto “Una penna per due mani”, ideato dall’Associazione Effatà.

Si tratta della realizzazione un libro, scritto dai detenuti della Casa di Reclusione di Asti e dagli allievi delle classi 5ª UA e 5ª UC dell’Istituto A. Monti.

Alla presentazione dell’iniziativa c’erano Maria Bagnadentro presidente di Effatà con il segretario Giuseppe Passarino, l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, la direttrice del carcere Giuseppina Piscioneri con la capo area Trattamentale Monica Olivero, il regista Simone Schianocco e la direttrice della Biblioteca Astense Alessia Conti.

Un libro dalla doppia copertina e doppia lettura, dove da una parte si troveranno i testi scritti dagli autori intramurari e dalla parte opposta le pagine degli extramurari. Le due modalità di lettura fronte e retro convergeranno nelle due pagine centrali dove due disegni, uno di un detenuto e, nella speculare pagina opposta, quello di uno studente, rappresenteranno la loro stanza: quella dentro le mura e quella fuori le mura.

Il progetto è risultato al primo posto della graduatoria del bando della Regione Piemonte del 21 novembre 2023: “Contributi destinati alla realizzazione di iniziative di animazione sociale e culturale, tutela del patrimonio ambientale, artistico e naturale, realizzati da ODV, APS e Fondazioni del terzo settore, in attuazione della scheda di programmazione triennale finanziata da Cassa delle Ammende”.

Un principio importante è quello che prevede la partecipazione della comunità esterna, quindi la possibilità di uno scambio tra popolazione detenuta e popolazione libera, finalizzato alla rieducazione e al reinserimento, dove e quando sarà possibile, dei detenuti nella società. I soggetti esterni, inoltre, saranno stimolati a riflettere sull’assoluta necessità di azioni di prevenzione nel campo sociale in aree degradate o a forte rischio marginalità, parafrasando una famosa frase: “una biblioteca in più, un carcere in meno”.

Con questa iniziativa, Effatà vuole stimolare la cultura dell’accoglienza e dell’accettazione delle diversità. L’attività di sensibilizzazione ha come destinatario il mondo giovanile.

Si intende favorire l’avvicinarsi dei giovani a realtà sconosciute, qual è il carcere, per superare i pregiudizi che creano emarginazione; sopperire alla cronica mancanza di informazione e correggere quella distorta proveniente da alcune realtà del mondo della comunicazione, che preferiscono porre l’attenzione sui singoli eventi violenti dimenticando di approfondire quali siano le reali cause che li scatenano. L’Associazione mira a far comprendere che il detenuto possiede risorse di ricostruzione della propria identità, in quanto persona capace di cambiamento.

I ragazzi del Monti stanno affrontando un percorso diviso in varie fasi: i primi due incontri, sui temi del carcere di Asti e sulla figura del detenuto, si sono tenuti nella scuola stessa. Il terzo momento, che si terrà a fine aprile nella Casa di Reclusione di Quarto, permetterà agli studenti di incontrare i detenuti che hanno partecipato al progetto e quindi il proprio “scrittore gemello”.

Stasera 14 marzo al Teatro Alfieri andrà in scena la rappresentazione teatrale “Fine pena ora”, che vede la regia di Simone Schinocca. Lo spettacolo sarà riproposto in carcere mercoledì 20 marzo.

Sempre stasera si potrà vedere la mostra itinerante “Art. 27”, allestita nel foyer del Teatro Alfieri, già ospitata dagli Istituti Castigliano, Vercelli, Monti, Artom e in precedenza allo spazio culturale Fuoriuogo, che collabora con l’Associazione per l’intero progetto.

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