L’attività svolta dal Consiglio Comunale nel 2018
ASTI- Questa mattina sono stati presentati i dati sui lavori svolti nel 2018 dal Consiglio Comunale. A far gli onori di casa è stato il presidente Giovanni Boccia, che ha fatto emergere un quadro positivo dell’attività e del suo incarico. Un ruolo che (al suo terzo mandato) ricopre sempre con piacere: «È difficile presiedere un Consiglio quando non si hanno buoni rapporti interpersonali anche con l’opposizione – ha esordito Boccia – ma non è il mio caso. In aula non ho mai avuto difficoltà, soprattutto perché gli interventi non sono mai ostruzionistici».
Entrando nel dettaglio, quest’anno si sono svolte 27 sedute (di cui 2 in sedute aperta); un numero minore rispetto al passato che si traduce anche in un risparmio per l’Ente, tenendo conto che una seduta di consiglio comunale costa circa 2mila euro se non si supera la Mezzanotte, altrimenti la cifra sale.
Sono state approvate 78 deliberazioni e sono stati approvati 4 dei 5 ordini del giorno presentati. Su 6 mozioni presentate, 4 sono state trattate e 2 ritirate. «Grazie all’impegno di tutto il consiglio comunale, nelle convocazioni dell’ordine del giorno non sono state in genere riportate vecchie pratiche – ha continuato il presidente – perciò significa che sono state evase e non trascinate, come talvolta capitava gli anni scorsi».
E ancora, per quanto riguarda le interpellanze- interrogazioni con risposta verbale, ne sono state presentate 48 e trattate 41: «Anche in questo caso il dato è positivo – ha detto Boccia – perché alcune interpellanze sono arrivate in questi giorni e saranno trattate a gennaio. Le discutiamo dunque con una certa celerità, se si pensa che in passato alcune venivano trattate persino a distanza di un anno, e poi ritirate in aula». Ottimi risultati anche per le interpellanze-interrogazioni con risposta scritta: su 20 presentate ne sono state evase 19. In chiusura, il presidente ha riaffermato il buon rapporto instaurato con tutti e 32 (20 di maggioranza e 12 di minoranza) consiglieri comunali: «Quando parlo con loro dico sempre di applicare l’articolo 91 del Regolamento. In realtà ne contiene 90, ma l’ultimo l’ho inventato io, ed è il buon senso. Nessun consigliere quest’anno in aula ha mai sforato i tempi previsti dal regolamento, ma se fosse successo di certo non lo avrei fermato, perché non tollero che qualcuno sia privato del diritto di parola».