In vino veritas: il Piemonte corre

VENDEMMIA 2018ASTI – Le oscillazioni climatiche, con picchi di piogge e di temperature, lasciavano presagire alcune ipotesi. Di fatto i pronostici erano questi, già le prime proiezioni vaticinavano quello che oggi i dati confermano: recupero in termini quantitativi e qualità spiccata, nel segno di un rapporto equilibrato e vincente. La vendemmia piemontese 2018 non delude, con 2,5 milioni di ettolitri e un incremento percentuale attestato oltre il 25% rispetto al 2017. Anche la tendenza nazionale è in crescita, con 49,5 milioni di ettolitri. Questi i numeri divulgati da Anteprima Vendemmia 2018, pubblicazione annuale di Regione Piemonte e Associazione Vignaioli Piemontesi. Cifre importanti che, oltre a mettere in ottima luce le potenzialità del comparto vitivinicolo, implicano decisive ricadute economiche e occupazionali. Non soltanto sulle attività di vignaioli, imprenditori e commerciali, ma coinvolgendo a cascata tutti gli attori che compongono filiera e indotto del mondo del vino. Le valutazioni qualitative diffuse da Vignaioli Piemontesi vengono effettuate in centesimi; il risultato viene poi convertito nella soluzione grafica delle stelle, che possa rappresentare iconicamente il valore del prodotto. In sostanza, una stella equivale a un giudizio insufficiente, viceversa cinque stelle indicano l’assoluta eccellenza. Tra i vitigni che si aggiudicano 4,5 stelle ci sono Nebbiolo di Langhe e Roero, Pelaverga di Verduno e Cortese zona Gavi. Molti quelli che guadagnano 4 stelle, per una valutazione complessiva decisamente positiva. Il Piemonte, con una superficie vitata totale di 44449 ettari, concentrati perlopiù nelle province di Asti, Cuneo e Alessandria, custodisce il 7% dei vigneti italiani. Oltre l’80% della produzione enologica regionale è costituita da vini Do (Denominazione d’origine), con 17 Docg e 42 Doc integralmente tutelate da 14 consorzi di tutela. Di assoluta rilevanza il valore dei vitigni autoctoni storici, a bacca bianca e bacca rossa: per citarne alcuni, Arneis, Erbaluce, Moscato, Nebbiolo, Barbera, Ruchè. Dalla relazione dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero è possibile apprendere alcune linee interessanti, per quanto riguarda l’export. Bene la tendenza italiana, con una crescita de 4% e 2,9 miliardi di euro. Il Piemonte esporta circa il 60% del vino prodotto entro i confini territoriali, con il 70% in Europa e il 30% in altri continenti. In ordine decrescente gli importatori maggiori sono Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Russia, Spagna, Svizzera e Giappone. «Ancora una volta registriamo una qualità importante del prodotto vino  – commenta Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e di Piemonte Land of Perfection – I mercati tengono bene, con orizzonti di miglioramento in Germania, Danimarca e Svezia. Sempre più spazio anche negli Stati Uniti e in Canada, mentre in Italia crescono gli indici di valore e apprezzamento della Barbera». Molti gli impegni istituzionali per cavalcare quest’onda, dalle fiere internazionali agli incontri con gli operatori. Già calendarizzati gli appuntamenti di Shangai, Parigi e Zurigo.

 

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