I vitivinicoltori del Moscato lanciano un grido d’aiuto
Una lettera di nove produttori legati al progetto “Sorì Eroici” parla di carenza idrica e colpi di calore, epoca di vendemmia, costo del lavoro
L’oggetto recita “Considerazioni e suggerimenti post vendemmia 2023”, ma i contenuti della lettera risuonano come un vero e proprio grido d’allarme e di aiuto. Nove produttori legati al progetto “Sorì Eroici” hanno inviato nei giorni scorsi un documento che è un invito a riflettere e anche una richiesta di trovare soluzioni per affrontare un tempo molto critico per la nostra agricoltura, in questo caso in particolare per il settore vitivinicolo.
La lettera, inviata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, al suo Assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, alla Commissione Lavoro della Camera, al Consorzio Piemonte Land of Wine, al Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, a tutte le Organizzazioni e Confederazioni agricole, a Confindustria e Confcooperative che operano nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, si rivolge quindi all’intera filiera, perché soltanto con il coinvolgimento di tutte le figure che operano nel comparto si potranno progettare e realizzare le azioni necessarie per tentare di cambiare una realtà di sofferenza che si sta delineando. La lettera è quindi indirizzata anche alla Associazione Comuni del Moscato, promotrice del progetto Sorì Eroici, che attraverso il ruolo che ricopre può coinvolgere i Comuni del territorio, invitandoli ad agire anche con azioni dirette.
Le osservazioni proposte dai produttori nel documento si riassumono in tre macro argomenti: carenza idrica e colpi di calore, epoca di vendemmia, costo del lavoro. Per ognuna di queste voci la riflessione è approfondita e importante, e riprende i caratteri e le immagini di una vendemmia che ha offerto molti elementi di incertezza per il futuro prossimo: una condizione che spaventa per i segnali che si sono osservati, che provengono da un clima in deciso cambiamento, che portano a minare le campagne produttive. Nella lettera, che raccoglie l’analisi “sul campo” a proposito di caldo e siccità si cita: A parte la ridotta capacità fotosintetica, l’effetto maggiormente negativo è la conseguente esposizione dei grappoli che in casi diffusi sono giunti a un disseccamento con riduzioni di produzione sino al 70%, constatando che l’approvvigionamento idrico permane tema critico. Si aprono così ragionamenti e prospettive di investimento sull’irrigazione, sul potenziamento dei consorzi irrigui, sul recupero delle acque piovane e anche sulla revisione dei vincoli a favore delle aziende agricole che vogliono allestire vasche sulle proprietà. Il messaggio infine è chiaro: è necessario correre ai ripari per contrastare il sinergico effetto negativo che si sviluppa tra siccità, calore e irradiazione.
Nella lettera, anche l’epoca della vendemmia viene messa in discussione: l’anticipo di ogni fase fenologica, dal germogliamento alla maturazione, fa sì che la raccolta delle uve avvenga ormai nei giorni estivi, nella prima decade di agosto, con relativo anticipo del conferimento nelle cantine e in orario pomeridiano, ed è richiesta quindi una revisione dell’operatività dell’intera filiera, trovando nuove soluzioni strutturali. Per quanto riguarda il costo del lavoro invece, gli osservatori pongono l’intero settore a un rischio di corto circuito: il sistema Italia deve reagire agilmente su quanto dipende da dinamiche nazionali, perché il costo del lavoro è elemento imprescindibile. Alcune soluzioni potrebbero trovare ispirazione tra quelle adottate recentemente nel periodo Covid con il Decreto Cura Italia, come l’estensione del grado di parentela dal quarto grado sino al sesto per l’espletamento di lavoro in forma di aiuto gratuito e transitorio, promuovendo e agevolando il lavoro temporaneo con gli strumenti a disposizione.
A firmare il documento: Luca Luigi Tosa, Giuseppe Scavino, Gabriele Saffirio, Francesco Bocchino, Bisso Atanasov, Aldo Cane, Alessandro Negro, Marco Capra e Maurizio Domanda.