ASTI – Il reparto di Ginecologia dell’Asl AT è stato dotato di un dispositivo che consente di ricostruire l’areola del capezzolo dopo un intervento di mastectomia. Con una tecnica simile al tatuaggio, il trattamento eseguito a livello ambulatoriale contribuisce a donare un aspetto naturale alla mammella operata, con benefici per la paziente anche sotto il profilo psicologico.
Il dispositivo è frutto di una donazione dell’Associazione Astrogin, onlus fondata nel 2003 da Maggiorino Barbero, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Asl AT.
Impegnata su molti fronti che vanno dalla formazione all’assistenza sociale e socio sanitaria, a livello locale come in Zambia, la Onlus ha contemporaneamente donato al reparto di Ginecologia e Ostetricia del Cardinal Massaia un ecografo portatile che supporterà sia l’attività del Centro di Senologia sia la Sala parto.
La consegna dei macchinari venerdì scorso, in occasione dell’affissione di una targa in memoria del ginecologo Francesco Bocci, deceduto tragicamente nel novembre 2022 per un incidente stradale: “La sua prematura scomparsa ha lasciato un grande vuoto umano e professionale in tutta la comunità dell’Asl – ha sottolineato il direttore generale Francesco Arena – il suo ricordo ha contribuito ad alimentare la raccolta fondi a favore dell’Ospedale e di questo non possiamo che essergli ulteriormente grati”.
“L’ecografo è un omaggio alla memoria del caro collega Francesco Bocci che aveva segnalato l’urgenza di questa strumentazione”, ha confermato il direttore del reparto Maggiorino Barbero, sottolineando che l’acquisto delle nuove strumentazioni è stato possibile grazie a importanti donazioni private. Ha contribuito alla raccolta dei fondi anche l’iniziativa lanciata dall’assessore comunale al Turismo, Riccardo Origlia, in occasione del passaggio ad Asti della storica 1000 Miglia.
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia guidato da Barbero esegue interventi di chirurgia ricostruttiva della mammella fin dai primi anni Duemila. Oggi la Breast Unit esegue circa 300 interventi l’anno, il doppio dello standard richiesto per l’attivazione della struttura, di questi da 30 a 50 riguardano l’applicazione di protesi.