Diciamo basta alla violenza
Ad Asti è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per l’istituzione della “Rete territoriale antiviolenza di genere”
Il fenomeno della violenza nei confronti delle donne – diffuso in tutto il mondo e in ogni ambito sociale – rappresenta un tema di particolare delicatezza, gravità e interesse sociale. Secondo le elaborazioni effettuate dall’Istat, partendo dai dati del Ministero dell’Interno, le donne vittime di omicidi volontari nel 2016, in Italia, sono state 149. Esaminando la relazione tra autore e vittima, risulta che 59 donne sono state uccise dal partner, 17 da un ex partner e altre 33 da un parente, per un totale di 109 casi su 149. La stessa rilevazione ha inoltre stimato che, sempre nel 2016, siano state 1.403.000 le donne che hanno subito, nel corso della loro vita lavorativa, molestie o ricatti sessuali sul posto di lavoro. È di fondamentale importanza sostenere e assistere gli enti, le organizzazioni e le autorità chiamate ad applicare la legge in modo che possano collaborare efficacemente, al fine di adottare un approccio integrato per l’eliminazione della violenza contro le donne, la violenza domestica e la violenza di genere.
ASTI – Martedì mattina a palazzo Ottolenghi è stato sottoscritto il protocollo di intesa per l’istituzione della “Rete territoriale antiviolenza di genere”, promosso dalla Prefettura – U.T.G. di Asti, al fine di sviluppare sinergie interistituzionali e con il terzo settore in grado di garantire la piena operatività dei servizi a supporto delle vittime della violenza di genere, mediante l’integrazione e il coordinamento delle azioni svolte dai diversi attori, pubblici e privati, coinvolti nella prevenzione e contrasto del fenomeno. Un evento importante che assume ancora più valore essendo stato sottoscritto proprio nella settimana dedicata al contrasto della violenza nei confronti delle donne, la quale vedrà il suo culmine domenica 25 novembre con la Giornata internazionale istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Presso la Prefettura di Asti è stato istituito anche il “Tavolo di coordinamento antiviolenza di genere”, composto da rappresentanti designati da ciascun soggetto sottoscrittore del protocollo.
Gli obiettivi della Rete
Gli assi sui cui si svilupperanno le azioni sono principalmente quattro.
– La protezione, già assicurata dagli enti del territorio preposti all’ascolto, all’accoglienza e alla cura, con conseguente presa in carico della donna vittima di violenza e degli eventuali figli coinvolti. Tornando ai dati Istat, si stima che a livello nazionale una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, abbia subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. E se è stata uccisa, tre volte su quattro il colpevole è un membro della sua famiglia.
– La presa in carico del maltrattante, affinché cresca la consapevolezza del disvalore della violenza; occorre infatti arricchirsi di un’ulteriore prospettiva operativa che, lavorando sulla rieducazione e riabilitazione della persona violenta, possa contribuire a ridurre l’alto tasso di recidiva che si verifica quando l’approccio è solo punitivo. Nella nostra provincia, questo strumento operativo è stato recentemente attivato dal Centro Antiviolenza Provinciale “L’orecchio di Venere” della Croce Rossa di Asti.
– L’istituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio del fenomeno e la gestione dei relativi dati. A oggi, sul web o tramite gli enti gestori e i centri di ascolto, si può risalire a dati parziali e non aggregati, mentre l’obiettivo sarà quello di far confluire tutte le informazioni in un unico database, con aggiornamento periodico, che permetta sia di avere contezza immediata del fenomeno sia di individuare target e situazioni su cui intervenire prioritariamente.
– La prevenzione culturale, che necessariamente dovrà avvalersi di percorsi di educazione alla legalità e all’affettività da proporre alle scuole di ogni ordine e grado, perché imparare a rispettare gli altri è un fattore ineludibile e improrogabile se si vuole costruire una convivenza armoniosa e democratica.