Naufragio di migranti in Grecia: lunedì 19 giugno un presidio ad Asti

Appuntamento in piazza San Secondo alle 18:30 con la Rete Welcoming

Un peschereccio con a bordo circa 750 persone migranti, partito dalla Libia e diretto in Italia, è naufragato provocando centinaia di morti e dispersi. Avvistato e avvicinato giorni fa a largo della Grecia non è stato soccorso né portato in salvo. Attualmente si contano 83 morti, un centinaio le persone salvate, gli altri corpi sommersi, tra cui potrebbero esserci oltre cento bambini.

Un’altra strage, dopo il naufragio di Cutro, una delle più grandi e gravi stragi del mare, per mancato soccorso.

Lunedì 19 giugno alle 18:30 in piazza San Secondo ad Asti si terrà un presidio organizzato dalla Rete Welcoming per rivolgere un pensiero alle vittime e alle loro famiglie, per denunciare le responsabilità e l’indifferenza disumana che accompagnano queste tragedie e per dire basta morti in mare e alle frontiere.

Tante le denunce e le prese di posizione trasversali che da più parti stanno arrivando su questa ennesima tragedia.

Centro Astalli: “Si tratta di un’ecatombe che l’Europa avrebbe potuto e dovuto evitare. A pochi giorni dal nuovo Patto UE per la migrazione e l’asilo, la vacua retorica securitaria e l’ipocrita propaganda emergono davanti al terribile naufragio in cui hanno perso la vita esseri umani in cerca di salvezza. Si continua a morire alle frontiere d’Europa perché: non vi è un’azione comune di ricerca e soccorso dei migranti ma si continuano a investire risorse sulla chiusura e l’esternalizzazione delle frontiere, facendo accordi con Paesi di transito illiberali e antidemocratici; manca la volontà degli Stati europei di istituire vie d’accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa, unico vero strumento per contrastare il traffico e la tratta di esseri umani; non si ha il coraggio e l’intelligenza politica di varare un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati nei 27 Stati membri che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito solo su base volontaria.  L’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. La drammatica e cinica conclusione di questo agire è che di fatto riteniamo alcune vite sacrificabili”.

Save the Children: “Queste morti non sono tragicamente inaspettate. Gli Stati membri hanno fatto di tutto per chiudere tutte le rotte ai bambini e alle loro famiglie in cerca di sicurezza in Europa. Spesso l’unica opzione di queste persone, è intraprendere viaggi pericolosi in barca, e tragedie come questo affondamento ne sono l’inevitabile tragico risultato”.

Amnesty International: “Siamo di fronte a una tragedia di dimensioni inimmaginabili, che è solo l’ultima di una lunga serie di naufragi, in Grecia e altrove in Europa, del tutto evitabili. Oggi ci sono famiglie che piangono i loro cari e un numero ancora maggiore è alla ricerca di persone che non si riesce più a contattare. I politici europei avrebbero potuto prevenire tutto questo sin dall’inizio, istituendo percorsi legali e sicuri verso l’Europa. Ecco l’unico modo per evitare queste tragedie così frequenti”

Acli: “Ancora morti al largo della Grecia nell’indifferenza generale di chi dovrebbe pattugliare i confini dell’Europa e invece lascia che bambini, donne e uomini muoiano nel Mediterraneo”.

Arci: “Strage degli innocenti, Europa responsabile”.

Mediterranea Saving Humans: “Una vera ecatombe. Le richieste di soccorso ignorate per un giorno. Per noi è Lutto Universale”.

Migrantes e Caritas sottolineano “la necessità di canali regolari d’ingresso in Europa che evitino la morte a uomini, donne e bambini costretti a fuggire per vivere una vita più dignitosa. Occorre una maggiore consapevolezza a livello europeo, affinché si superi presto il regolamento di Dublino e non si chiudono le frontiere. … La terra è di tutti e ogni persona ha diritto di muoversi liberamente senza alcuna limitazione. Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il prossimo settembre, sottolinea questa libertà”.

Per maggiori informazioni scrivere a welcomingasti@gmail.com o sulle pagine Facebook/Instagram di @WelcomingAsti.

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