Legambiente annovera Asti tra le città più inquinate

L’amministrazione comunale: “Numerose misure sono state già adottate e ulteriori interventi sono in programma”. Il consigliere comunale Malandrone: "“Nulla sull'aria e favolette ai cittadini”

ASTI – Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Le situazioni peggiori a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: fuorilegge il 76% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2.

A dirlo è Legambiente attraverso il rapporto “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi”.

In merito, in una nota l’Amministrazione comunale dice che “le proposte di Legambiente per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili sono sicuramente condivisibili, e devono essere prese in considerazione vista la situazione rilevata: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility”.

Il sindaco Maurizio Rasero a tal proposito evidenzia: “Questa città ha adottato già numerose misure che perseguono i medesimi obiettivi delle citate proposte di Legambiente, ossia l’allargamento della ZTL, l’ampliamento delle piste/corsie ciclabili, la progettazione di stazioni per le biciclette, i provvedimenti di limitazione dei veicoli maggiormente inquinanti, l’estensione del divieto di accensione degli impianti di riscaldamento, le indicazioni semaforiche dei livelli di allerta antismog, l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica dei veicoli, nonché la possibilità di adesione al programma Move In. Inoltre, questa Amministrazione ha in serbo ulteriori interventi che mirano a mitigare gli effetti di stagnazione degli inquinanti atmosferici provocate dalle citate condizioni sfavorevoli a cui le città della Pianura Padana sono soggette. Aggiungo che siamo inoltre in attesa dell’invio da parte di Anas dello studio di fattibilità del collegamento Sud Ovest che, come ricordato più volte, è un’opera importante per diminuire drasticamente il traffico veicolare in città portando così una sensibile riduzione dell’inquinamento atmosferico urbano”.

L’assessore all’Ambiente Luigi Giacomini precisa: “ Occorre, tuttavia, anche la collaborazione dei cittadini sia in termini di rispetto delle limitazioni disposte sia in termini di fruizione delle infrastrutture che sono e verranno messe a disposizione per la riduzione del traffico veicolare. Aggiungo inoltre che sono in corso valutazioni e quanto prima adotteremo ulteriori misure”.

L’Amministrazione comunale precisa che:

  • il valore medio annuo di polveri presso la stazione D’Acquisto è rimasto invariato, ossia pari a 29 microgrammi al metro cubo, nel 2021 e nel 2022 e presso la stazione Baussano è cresciuto del 16%, ossia pari a 36 microgrammi al metro cubo nel 2022 di contro ad un valore di 31 microgrammi al metro cubo nel 2021; tali valori (31 e 36) corrispondono entrambi ad una qualità denominata moderatamente buona;
  • il dato che ha penalizzato la città di Asti nel rapporto di Legambiente deriva dalla stazione di misura dell’inquinamento da traffico situata presso la scuola Baussano (che ha registrato ben 79 superamenti nel 2022, contro i 59 relativi al 2021), ossia limitrofa all’area in cui nel 2022 si è creata la maggior congestione di autoveicoli nel periodo di chiusura del cavalcavia Giolitti;
  • la stazione di misura dell’inquinamento di fondo della città di Asti, posizionata presso la scuola D’Acquisto, ha tuttavia evidenziato un numero di superamenti nel 2022 pari a 43, inferiori ai superamenti rilevati nell’anno 2021, pari a 47, ossia un andamento leggermente migliorativo e, comunque, non così peggiorativo quanto quello rilevato dalla stazione Baussano.

 

“Nulla sull’aria e favolette ai cittadini”

il commento di Mario Malandrone (Ambiente Asti)

 

In autunno presentai, come faccio da anni un ‘interpellanza scritta sul problema dell’aria.

Il problema erano i numeri di sforamento, ma anche la media della concentrazione di PM10 e PM2.5, tutte fuori controllo.

Per ora in 6 anni l’amministrazione ha fatto poco, davvero poco.

Ma la scientificità dell’approccio la si può cogliere dall’idea che la TSO, possa servire a ridurre le concentrazioni, gli sforamenti.

Un’arteria in più non toglie produzioni di polveri.

Basta guardare i dati della Salvo o addirittura a Vinchio.

Forse la giunta dovrebbe chiedersi come ci siano 43 sforamenti alla Salvo d’acquisto dove auto ne passa una ogni venti minuti.

Si è convinti che l’inquinamento da polveri sia come nei fumetti: dal tubo di scappamento al naso del cittadino.

La materia è complessa e il gioco è raccontare questa favoletta, per giustificare un ‘opera che continuerà a buttare inquinamento sulla città.

E’ certo difficile discutere con un approccio di questo tipo.

E poi sapere che il traffico su Asti è parassitario e non di attraversamento, ma anche conoscere l’origine (riscaldamento, usura dei pneumatici, scarico delle automobili, freni, incendi e naturali ) sarebbe utile.

In particolare lo scarico delle polveri (nei mezzi moderni) avviene anche sulle arterie autostradali e maggiormente lì, freni, pneumatici maggiormente in città, la TSO semplicemente produrrà inquinamento, anche solo nella fase costruttiva.

La sfida è diminuire emissioni, non nasconderle sotto il tappeto…con gli stessi soldi della TSO, avremmo fatto infrastrutture per la mobilità (da metropolitana leggera, a complanari veramente utili, piuttosto che rendere facile realizzare mobilità alternativa e non certo con cantieri simili a una autostrada come quello di Corso Gramsci), cercato fondi per il trasporto pubblico locale, fatto operazione di abbattimento delle polveri con il verde e specie davvero utili a tale scopo.

Operazioni scarse su efficientamento energetico, in fondo continuiamo con le stesse caldaiette di sempre.

Ed è chiaro che ad un abitante di Corso don Minzoni, faccia sperare che la TSO riduca l’inquinamento, ma chi amministra dovrebbe sommare le polveri da cantiere, le polveri sulla nuova arteria, raccontare che la nuova arteria nuovamente non sevrirà al traffico principale, non raccontare favolette perchè non si sa che fare e perchè si hanno i soldi per quello.

Certo che se un Governo, taglia proprio sui trasporti pubblici locali, ci chiediamo che ci faccia a Roma un astigiano.

La realtà dei fatti è che si è fatto praticamente nulla in quasi 6 anni, ora l’unica risposta è un progetto faraonico dubbio, prima spacciato per grande connessione con Lisbona e Kiev, oggi spacciato come progetto ambientale.

Quando non si hanno idee si cerca nel passato, e si sprecano risorse.

Sul tema del contrasto all’inquinamento quindi nulla.

Mario Malandrone, consigliere comunale di Ambiente Asti

Caricamento...