Doppia presentazione del libro “Una primavera italiana” dell’autore moncucchese Giovanni Casalegno
Il 3 settembre nella Foresteria dell’Abbazia di Vezzolano e il 4 nella Chiesa Romanica di Tigliole
Sabato 3 settembre alle ore 15.30 alla Foresteria dell’Abbazia di Vezzolano ci sarà la presentazione del romanzo “Una primavera italiana” – Neos Edizioni – di Giovanni Casalegno (autore di Moncucco e docente all’Andriano di Castelnuovo Don Bosco).
L’evento è stato organizzato dall’Associazione culturale La Cabalesta di Castelnuovo Don Bosco che si occupa di arte, cultura e promozione del territorio. L’iniziativa è stata inoltre sostenuta dalla Direzione regionale Musei Piemont, da “In Collina”: la rete romanica di Collina, e dal Comune di Albugnano. Sarà presente l’autore a parlare del suo libro insieme a Silvia Ramasso, responsabile della casa editrice Neos.
La scelta di questa sede è strettamente legata all’opera presentata: il romanzo, infatti, si snoda attraverso alcune chiese romaniche dell’Astigiano, che sono lo strumento di una particolare “caccia al tesoro”, finalizzata alla scoperta di una verità che emerge una pagina dopo l’altra, una chiesa dopo l’altra.
Tra le chiese disseminate di indizi c’è anche il più noto monumento romanico, ossia Vezzolano. Nella locandina non casualmente compare l’immagine del ginepro al centro del chiostro…
Il giorno seguente, domenica 4 settembre, il romanzo di Casalegno sarà presentato alle ore 16.30 nella Chiesa Romanica di Tigliole. L’evento è stato organizzato dall’attivo Gruppo di Lettura Liber&Storie di Tigliole e rientra in un fitto programma allestito da questa associazione. L’iniziativa è stata inoltre sostenuta dal Comune di Tigliole. Sarà presente l’autore a parlare del suo libro insieme a Silvia Ramasso, responsabile della casa editrice Neos.
Anche la scelta di questa sede non è casuale: quella di Tigliole è proprio la prima tra le molte chiese romaniche presenti nel romanzo, di cui sono le protagoniste. Il primo indizio lo troverai a San Lorenzo di Tigliole, nella finestra più illuminata a mezzogiorno, quella sopra il cavallo, troverai una notizia sul tuo passato che ti stupirà, accompagnata da una prova certa, a dimostrazione del mio volerti dare una verità sicura a cui credere e poi trarrai la conclusione che vorrai. Aggiungo soltanto che il percorso comincia da questa chiesetta per un motivo preciso. Quello che tu vedrai è un miracolo di restauro e di passione collettiva per i piccoli gioielli che si incastonano in silenzio nelle nostre campagne.(p. 119)
Una primavera italiana è un denso e avvincente romanzo d’ambientazione astigiana. In realtà la vicenda comincia a New York, ma quasi subito si sposta sulle colline del Basso Monferrato, dove la protagonista si sposta tra la biblioteca della casa in cui è nata, a Montrucchio (ossia Moncucco) e le chiese romaniche sempre più attratta dalla volontà di conoscere la vera causa della tragedia che le ha segnato la vita. Le chiese protagoniste di una vera e propria quête geografica e interiore sono quelle di Bagnasco Tigliole, Vezzolano, Buttigliera, Montafia, Cortazzone e Montemagno, che ha un ruolo fondamentale perché è proprio qui che tutti i nodi si sciolgono e la verità viene svelata.
La trama
Maya vive con gli zii a New York da quando suo padre si è reso responsabile della morte della madre, guidando ubriaco sulla neve del Monferrato. Glielo ripetono da venticinque anni, lei non ricorda. Ora il padre è morto. Un notaio l’aspetta in Italia. L’apertura del testamento darà il via a una caccia al tesoro dal premio inaspettato.
Il padre di Maya tenta, da morto, ciò che da vivo non ha saputo fare: riavvicinarsi alla figlia mai più rivista dopo la tragica morte della moglie. Maya apparentemente non lo pensa mai, ma il riflesso di questa assenza l’ha resa fragile. Il testamento la condurrà, in un percorso progettato dal padre, a riscoprire la sua casa con l’immensa biblioteca paterna e la terra dove è nata, le colline del Monferrato, le vigne, la gente, i paesi, le chiesette romaniche. Di giorno in giorno anche la verità si farà strada a rischiarare il buio e a restituire infine il respiro pieno della vita. Un romanzo appassionante in cui la narrazione si intreccia con le lettere paterne, le pagine dei libri della mitica biblioteca, le chiacchiere con l’amica ritrovata, la storia del territorio, i giri in bicicletta. Le pievi sono anche loro protagoniste di un disvelamento al tempo stesso esistenziale e culturale: come a dire che ritroviamo la nostra vera storia solo insieme al valore delle nostre radici.
L’autore
Giovanni Casalegno è al suo quinto romanzo. Ha pubblicato anche una trentina di racconti, alcuni dei quali legati al territorio astigiano e piemontese. Ha curato due antologie per Einaudi ed è coautore di alcuni dizionari settoriali. Si occupa di editoria scolastica: insegna, infatti, all’Istituto di Istruzione Superiore “Pietro Andriano” di Castelnuovo Don Bosco.