Elezioni 25 settembre: la riflessione di Massimo Cerruti (M5S), astigiano candidato alla Camera
Riceviamo e pubblichiamo.
Il voto utile é quello dato al M5S
Abbiamo già dimostrato di mantenere gli impegni a favore dei cittadini e lotteremo di nuovo con cuore e coraggio.
Un caso concreto? Il Cashback!
Aiutare i cittadini, i piccoli commercianti e nel contempo frenare l’evasione fiscale: ecco perché durante il governo Conte fu introdotto il famoso “cashback”, la misura che consentiva ai consumatori di avere un rimborso diretto sul conto corrente per le spese sostenute con mezzi di pagamento elettronico.
Vi ricordate come funzionava? Ebbene, per coloro che in un semestre avevano realizzato almeno 50 pagamenti tracciabili, veniva erogato un “bonus cashback” del 10% del valore delle transazioni, con un massimo semestrale di 1.500 euro e, in ogni caso, non superiore a 15 euro per singola operazione.
Precisiamo innanzitutto una cosa: queste non sono proposte da campagna elettorale, bensì azioni già adottate dall’esecutivo a guida 5S, purtroppo cancellate dal Governo Draghi. Perciò possono essere reinserite già con la prossima legge di Bilancio.
Partiamo dai punti di forza del cashback: oltre a favorire la lotta all’evasione incoraggiando i pagamenti tracciabili, ce ne sono altri due, vitali per il sostegno dell’economia.
Il primo deriva dal supporto al piccolo commercio, di cui tutti si fanno difensori e portavoce, ma nei fatti sono lasciati soli dalle istituzioni. Poichè gli acquisti online sono esclusi dal cashback, i piccoli negozi hanno un vantaggio competitivo: i loro prodotti, per il consumatore, costano il 10% in meno e sono quindi concorrenziali con l’e-commerce.
Il secondo è connesso all’esplosione inflattiva di questi ultimi mesi: il cashback riduce il costo sostanziale degli acquisti diventando il primo strumento anti-inflattivo.
Pensiamoci bene: oggi il carburante costa circa 1,70 euro al litro. Prezzo già elevato, ma calmierato dal taglio delle accise di 26 centesimi. Cosa accadrà quando scadrà il taglio delle accise? Il cashback consentirà di difendere, almeno in parte, il potere di acquisto dei consumatori. E questo per tutti i beni essenziali, a partire dai generi alimentari.
Le critiche mosse al cashback sono state strumentali: favorire i ricchi e non essere realmente efficace nella lotta all’evasione. Sul secondo punto si rimane attoniti, essendo il cashback l’esatto opposto e durato appositamente solo un semestre per evitare di valutarne i risultati.
Sul primo punto, nonostante non vi fossero soglie di reddito, elemento che comunque si sarebbe potuto inserire senza cancellare tutto il provvedimento, la struttura del cashback con un massimale semestrale e soprattutto per singola transazione faceva in modo che non c’erano vantaggi per gli acquisti di importo elevato, tipicamente riservati ai redditi più alti.
L’importo medio dei pagamenti con moneta elettronica del cashback nel periodo di attivazione è stato di 46 euro; inoltre molti hanno preferito carte e bancomat anche per gli acquisti di piccolo importo: quasi la metà delle transazioni (il 48,5%), infatti, è stata per importi inferiori ai 25 euro, e solo lo 0,84% ha riguardato acquisti superiori a 300 euro. Ecco, nei numeri la risposta: non è stato un cashback per ricchi.
Una misura utile per tutti, con il consenso dei cittadini siamo pronti a rilanciarla!
Massimo Cerruti, Movimento 5 Stelle