In tanti alla presentazione di Astigiani 39 al giardino del Vescovado
Durante l’incontro è stato donato al vescovo Prastaro un cestone di vendemmia contenente cinquemila pagine di storia astigiana
ASTI – “I vescovi di Asti stanno in questo palazzo dal 1500. Adesso capite perché non ci siamo più trasferiti”. Monsignor Marco Pastraro al senso dell’ospitalità ha aggiunto un pizzico di ironia, nell’accogliere i molti astigiani che venerdì hanno “scoperto” il giardino del Vescovado di via Carducci 50, in occasione della presentazione del nuovo numero della rivista di storia e storie.
Per ringraziare il vescovo, il direttore di Astigiani gli ha donato, in anteprima, un cestone da vendemmia con tutti i numeri finora pubblicati della rivista trimestrale. A settembre, Astigiani arriverà al traguardo del 40° numero (la prima uscita nel settembre 2012, cinquemila pagine pubblicate) il “cestone della vendemmia della storia astigiana” sarà destinato a tutte le scuole che ne faranno richiesta in occasione del lancio di dieci borse di ricerca intitolate a Luciano Nattino e dell’archivio on line della rivista.
L’incontro, come sempre seguitissimo, è stato aperto da Piercarlo Grimaldi, presidente di Astigiani che sulla rivista ha scritto un editoriale: “Lettera agli eletti e ai non eletti” in cui si chiede ai tanti che si sono candidati di continuare l’impegno concreto a favore delle comunità. Tra gli eletti gli ha risposto il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, che ha ricordato la consegna dell’Ordine di San Secondo all’Associazione Astigiani e assicurato che il suggestivo progetto del Bosco degli Astigiani (5 ettari a Viatosto, ceduti in convenzione dalla Banca di Asti) andrà avanti, coinvolgendo l’associazione che ne ha lanciato l’idea “per dare a tutti un nuovo grande parco pubblico”.
Il direttore Miravalle ha poi sfogliato le 120 pagine della rivista introducendo gli autori, a cominciare da Mario Renosio che ha riannodato i fili della storia descrivendo la “battaglia del grano”, tornata di tragica attualità, andando a rivedere i temi della propagandistica battaglia lanciata da Mussolini e scoprendo che nell’Astigiano ci fu chi propose “il giorno sacro della polenta”.
Altro tema che rimanda alla follia della guerra e all’Ucraina emerge dalle pagine del diario di un “sergente nella neve monferrino”, Teresio Mussio da Refrancore, che fu mandato a combattere dal fascismo nella steppa nel 1942-43. Il documento, trascritto dalla nipote Fiammetta, diventerà un libro. Il figlio Italo, con toccante partecipazione, ha ricordato la figura del padre, che aveva fatto la quarta elementare e scriveva di notte il suo diario “perché la gente sappia che in guerra perdono tutti”.
Si è poi passati al tema della vita negli oratori, affidato a don Mauro Canta, con un escursus storico ricco di spunti e aneddoti arricchiti dalle schede di Pippo Sacco e Fulvio Lavina. Il cuore della presentazione è stato dedicato alla guerra in Ucraina con la testimonianza diretta del giornalista Riccardo Coletti, inviato per La Stampa sul fronte sud per 58 giorni, e che ripartirà tra poco per Odessa, “con la stessa paura come compagna di viaggio dall’inizio e la stessa voglia di raccontare ciò che accade in quella terra martoriata, dove si vive al fronte con un piatto di patate bollite”.
Beppe Amico, coordinatore della Caritas diocesana, ha poi spiegato l’impegno a favore dei profughi ucraini e la raccolta delle loro testimonianze pubblicate su Astigiani. “Ognuna di queste storie trasforma in un nome e un volto i numeri: a fine maggio erano più di 400 i profughi dell’Ucraina che si sono ritrovati in questo spicchio della loro vita a vivere da “astigiani”, ha commentato Miravalle.
Tra gli altri argomenti in sommario: Benedetto Alfieri l’architetto dei re, Umberto Calosso la voce astigiana di Radio Londra e l’intervista della serie “confesso che ho vissuto” al fotografo Bruno “Macio” Accomasso.
Nelle 120 pagine della rivista anche le rubriche, con una curiosa escursione a Fubine, alla scoperta di una cappella che nasconde un doppio mistero che ci porta agli anni della fondazione della Fiat.