La bella esperienza vissuta dagli studenti del Castigliano che hanno vinto la borsa di studio del Progetto europeo Erasmus +
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Istituto Castigliano, a firma della Prof.ssa Silvia Farotto, docente di Scienze umane e Psicologia, e del Prof. Davide De Vergori, docente di Informatica
“Esperienza professionale ma anche umana”, questa la definizione più gettonata dagli studenti iscritti ai vari indirizzi del nostro Istituto professionale: settore socio-sanitario, moda made in Italy, meccanico, elettrico e termico che hanno vinto la borsa di studio del Progetto europeo Erasmus +. Questa possibilità è frutto dell’impegno della Prof.ssa D’Agata Tiziana e dell’attenzione della Dirigente Dott.ssa Gado Martina che ha seguito tutto l’iter e che al termine ha permesso a dieci dei nostri studenti di partire per la Germania, destinazione Berlino. Una possibilità unica di sperimentarsi sul campo, ciascuno nel proprio settore e di convivere con compagni, mai conosciuti, ma solo sfiorati camminando per i corridoi della scuola.
Il Covid li ha fortemente provati ma si sa che dalle difficoltà si esce temprati e loro hanno trattenuto tutte le energie per spenderle a Berlino, città trasformista e trasformatrice. L’ambiente metropolitano attira i giovani e li cattura come una rete, dovevano fare più cose possibili, visitare posti, prendere la metro, a volte a caso, per scoprire nuovi scorci di una città che ogni giorno ci offriva il suo lato migliore. Affittare le bici nei ritagli di tempo e nei weekend per girovagare senza meta e trovarsi in parchi che da un momento all’altro si riempivano di giovani e di bancarelle delle pulci e di ogni sorta di manufatto a prezzi davvero abbordabili.
Ma il loro soggiorno oltre ad essere stato ameno durante i fine settimana ha avuto anche un risvolto culturale: dalla storia della costruzione del muro e della sua caduta alla visita al memoriale della shoah, dalla Porta di Brandeburgo simbolo di una città che vuole la pace e non la guerra ai tanti graffiti che ce lo ricordano ad ogni passo e infine la visita campo di concentramento “modello” di Sachsenausen a 35 KM da Berlino dove morirono quasi 500 italiani di cui alcuni piemontesi. Lì abbiamo incontrato l’Ambasciatore italiano a Berlino che ha conversato con noi per qualche minuto.
Se Berlino la ricorderanno per la vivacità dei suoi quartieri e della gente che però ha sempre sul volto un velo di malinconia, penseranno anche alle corse fatte ogni mattina per salire sulla metro ed andare al lavoro.
Yassine, Luca e Tommaso E. hanno lavorato presso una azienda leader nel settore meccanico, con impegno hanno trascorso il loro mese di “fatiche” ma anche di apprendimento e di responsabilità.
Tommaso S. invece ha lavorato senza sosta in un cantiere come elettricista, coadiuvando altri colleghi nella sistemazione dell’impianto elettrico a partire dalle tracce segnate nei muri al passaggio dei fili elettrici di uno stabile in costruzione che ospiterà studenti.
Aniello, dell’indirizzo elettronico si è cimentato nel caricare dati e progetti per un’azienda che organizza stage all’estero per studenti di ogni età e di ogni paese europeo.
Simone e Valentina, dell’indirizzo moda, sono stati accolti dalla proprietaria di alcune boutique nel centro di Berlino per mettere a frutto le loro conoscenze nel campo della moda la lingua utilizzata è stata principalmente l’inglese.
Elisa, Sara e Valery dell’indirizzo socio sanitario, le nostre maestrine, lavoravano presso un asilo bilingue, spagnolo e tedesco, frequentato da più di 100 bambini nel centro di Berlino. Le emozioni provate sono ancora visibili nei loro occhi quando rivedono le foto delle loro giornate all’asilo. L’impatto è stato forte soprattutto con le lingue, inglese, spagnolo e tedesco che i bambini padroneggiavano senza problemi. Dopo i primi giorni di confusione le ragazze sono riuscite a comunicare con i bambini grazie alla loro capacità espressiva e all’uso del linguaggio non verbale studiato e messo in pratica durante le loro esperienze di stage.
I docenti che li hanno accompagnati (metà mese ciascuno) e che hanno superato con loro momenti di sconforto, febbre, tamponi negativi, piedi doloranti, nostalgia di casa e anche dei compagni che non hanno avuto la loro “fortuna” sono tornati con un bagaglio che superava di gran lunga i limiti imposti dalla compagni aerea: la grande soddisfazione per aver percorso con loro un pezzo di cammino della loro vita e per essere tornati quasi alla normalità dopo due anni di chiusure, di buio e di stop ad ogni tipo di attività che non fosse dietro ad uno schermo. Ricorderemo con emozione ogni attimo vissuto con loro e per loro.
Prof.ssa Farotto Silvia, docente di Scienze umane e Psicologia
Prof. De Vergori Davide, docente di Informatica