Ieri il 6° Congresso Provinciale della Uil Fpl di Asti
Le parole di Dino Penso, riconfermato alla guida della federazione Poteri Locali
ASTI – Si è tenuto ieri 30 maggio il 6° Congresso Provinciale della UIL FPL di Asti, con la partecipazione del direttore generale dell’ASL di Asti Flavio Boraso, il sindaco di Asti Maurizio Rasero e il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco.
E’ stato riconfermato alla guida della federazione Poteri Locali il segretario generale Dino Penso, con la segreteria composta da: Antonietta Vassallo (segretaria organizzativa), Salvatore La Mattina e Stefano Boccia (segretari), Sergio Cerrato (tesoriere).
Aprendo i lavori del congresso, Dino Penso ha fissato l’attenzione sulle problematiche aperte sul piano locale rispetto ai tre settori di competenza: Sanità, Terzo Settore e Autonomie Locali, particolarmente coinvolti nell’affrontare la crisi pandemica.
“Le lavoratrici e i lavoratori si sono trovati a dover affrontare oltre ai carichi di lavoro aggravati, anche l’incertezza dei primi periodi della crisi. L’emergenza pandemica oltre a colpire e stravolgere la quotidianità della loro vita privata, li ha costretti a drastici cambiamenti e ad affrontare ulteriori difficoltà anche in ambito lavorativo”.
“La macchina della Pubblica Amministrazione, infatti, ha comunque continuato ad operare anche durante il periodo dei lockdown, sia in presenza si attraverso lo strumento del telelavoro. Il segretario ha ritenuto, pertanto, doveroso ringraziare tutti i soggetti coinvolti per l’impegno profuso e per i rischi e le difficoltà sostenute nel garantire la continuità del servizi”.
“Purtroppo, nonostante la situazione emergenziale si sia appena attenuata e siano ancora davanti agli occhi di tutti, l’inadeguatezza di una impostazione neoliberalista nel settore pubblico che ha subordinato tutta l’attività a un criterio di efficienza economica, non si intravede nessun segnale di un cambio di direzione tale da riportare in primo piano la tutela del lavoratore e del cittadino, ravvisando la necessità di ripensare quali sono gli assi di sviluppo futuri del nostro territorio, e quali sono gli interventi più utili a correggere i difetti che sono emersi non da ora, non dall’espressione della crisi mondiale del 2008, ma anche da prima.”
“E’ evidente – ha concluso Dino Penso – che se ha un senso l’esperienza, noi dobbiamo cominciare dal bene più prezioso, dobbiamo fare in modo di potenziare e riorganizzare la Sanità, ripartendo dalla medicina di comunità, che deve essere luogo della forte integrazione socio-sanitaria, a partire dalla rete del servizi territoriali”.
Ribadendo, inoltre, con forza la necessità di una politica che respiri i nostri valori che attraverso lo stato sociale diventi un modello di coesione e di solidarietà che affacciandosi al passato prosegua su quella linea in grado di dare risposte a tutti.