NurSind, infermieri in sciopero oggi 28 gennaio
Anche tanti astigiani tra i manifestanti che sono scesi in piazza a Torino per condividere con i cittadini il grido di dolore e protesta
Sciopero degli infermieri oggi 28 gennaio 2022. Il sindacato NurSind crede che valorizzare la professione degli infermieri sia nell’interesse dei cittadini, e che migliorarne le condizioni di lavoro migliorerebbe l’assistenza di tutti.
Tra le motivazioni del comparto c’è la mancanza di segnali di vicinanza agli operatori sanitari da parte delle Istituzioni, le condizioni di lavoro inaccettabili, il peso della responsabilità sempre più gravoso, gli stipendi tra i più bassi d’Europa.
“Migliaia di manifestanti riuniti nel capoluogo piemontese – dice il dottor Stefano Vergano del NurSind – per condividere con i cittadini il grido di dolore e protesta”.
Anche tanti infermieri astigiani sono partiti alla volta di Torino per protestare. “Ci saranno dei disservizi legati a questo sciopero – afferma Gabriele Montana, segretario territoriale del NurSind di Asti – e ci scusiamo per questo con i cittadini, gli stessi che ci applaudivano durante le fasi più critiche della pandemia e ancora oggi ci dimostrano vicinanza. Purtroppo, però, con gli applausi e i complimenti non si arriva a fine mese. Vogliamo riconosciute le nostre competenze e conoscenze. Per questo le istituzioni devono capire l’importanza degli infermieri nel sistema sanità, un ruolo cruciale da sempre, non solo durante la pandemia. Tutti noi amiamo il nostro lavoro, ma il nostro riconoscimento economico va rivisto. In risposta a una politica che non ha mai mantenuto le promesse fatte davanti alle telecamere, questa mattina scenderemo in piazza”.
La vicinanza della Commissione Regionale Pari Opportunità: “Abbiamo bisogno e sentiamo il dovere oggi di schierarci a fianco di chi sciopera”
La Commissione Regionale Pari Opportunità vuole esprimere vicinanza e totale solidarietà alle rivendicazioni del personale sanitario e alle istanze ineludibili a cui occorre dare una risposta. “Nella lotta contro la pandemia Covid-19 – si legge nella nota stampa – il contributo delle donne è stato fondamentale, anche perché la loro presenza è dominante nel settore sanitario. Le condizioni di lavoro in cui gli operatori sanitari si trovano ad operare sono diventate nel tempo sempre più pesanti e hanno raggiunto il culmine dell’inaccettabilità durante il periodo pandemico. Il carico fisico e psicologico che si deve affrontare diventa infatti ogni giorno che passa più gravoso”.
Ormai da due anni il personale opera incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, carenze di personale e necessità riorganizzative dei reparti che comportano repentini cambi di mansioni. “Esprimiamo solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari perché siamo ben consapevoli dell’importanza che la loro figura riveste all’interno del nostro Sistema Sanitario Nazionale e perché sappiamo quanto la qualità dell’assistenza sia direttamente correlata al benessere degli operatori stessi. Riteniamo prioritario che si tenga conto della necessità di conciliare i tempi di vita e di lavoro: la conciliazione non deve essere considerata una politica diretta esclusivamente alle giovani mamme che lavorano ma tutti i lavoratori devono poter beneficiare delle politiche di conciliazione, che si tratti di formule di lavoro flessibili o della prestazione di servizi personalizzati, indipendentemente dallo stato di famiglia, dall’età dei figlio dalla presenza di situazioni particolari di cui è necessario tenere conto (es. assistenza a familiari fragili, anziani o disabili)”.
“Abbiamo bisogno e sentiamo il dovere oggi di schierarci a fianco di chi sciopera, perché gli vengano garantite migliori condizioni lavorative e riconoscimento economico e professionale. Ne va della salute di tutti”.