Il Laboratorio didattico culturale di Piovà Massaia è realtà
Un viaggio sulla straordinaria figura del Cardinal Massaja
Il Laboratorio didattico culturale di Piovà Massaia è finalmente una realtà. Uno spazio culturale all’avanguardia per il territorio del Monferrato.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonello Murgia, infatti, grazie alla collaborazione e al contributo determinante del GAL Basso Monferrato Astigiano, oltre che della Fondazione CRA, della Fondazione CRT e dell’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano, ha scelto di realizzare un laboratorio che intende creare cultura parlando delle peculiarità, dell’arte e dei personaggi più illustri del Monferrato. I componenti dell’Associazione fra Guglielmo Massaja coordinati dal suo consigliere Paolo Lupo, che con creatività e del tutto gratuitamente hanno ideato testi e contenuti e allestito materialmente gli ambienti con la collaborazione del Cappuccino fra Mario Durando, postulatore della causa di beatificazione del Venerabile Massaja, e Leonardo 3D Metrology srl, aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione del progetto che ha messo a disposizione il suo elevato livello tecnologico con la direzione lavori dell’architetto Marco Maccagno, hanno consentito di ricreare ambienti, di immergere letteralmente il visitatore nei boschi monferrini, di farlo volare sopra i coltivi e sugli andamenti sinuosi dei borghi sul crinale delle colline, di farlo entrare in ambienti e guardarsi intorno; tutto questo senza muovere un passo dalle sale del palazzo comunale di Piovà Massaia.
“Il Laboratorio didattico culturale per il territorio del Monferrato – dichiara Silvio Carlevaro, Direttore del GAL Basso Monferrato Astigiano – è stato realizzato con il contributo determinante del nostro Gruppo di Azione Locale. La sua importanza e il suo grande interesse risiedono sia nei contenuti proposti, che nelle modalità e negli strumenti innovativi e interattivi utilizzati per presentarli ai visitatori e ai turisti. È lo stesso Cardinal Massaja a raccontare in diretta audio-video la sua straordinaria vita: una storia affascinante che pochi ancora conoscono”.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti – illustra il Presidente Mario Sacco – ha sostenuto il progetto di realizzazione di questo Laboratorio prima di tutto per il valore della partecipazione congiunta di più istituzioni pubbliche e private e poi per l’importanza di carattere artistico, culturale, turistico, che avrà senz’altro ricadute anche economiche per tutto il Monferrato”.
“Con il sostegno al nuovo laboratorio didattico culturale del Monferrato, Fondazione CRT aggiunge un ulteriore tassello al percorso di valorizzazione di un territorio unico, patrimonio dell’UNESCO – afferma il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia – Arte, natura, storia, tecnologia si incontrano in questo progetto, che unisce sinergicamente competenze e risorse, per accompagnare il visitatore in un ‘viaggio’ immersivo di scoperta del Monferrato, dove la tradizione rivive attraverso l’innovazione”.
La generosità di chi ha donato denaro, tempo, conoscenze, oggetti è stata la nota determinante per fare di questo spazio un esempio per molti e, materialmente, di realizzare quest’opera con una spesa contenuta. Si è trattato di un lavoro di squadra che l’Associazione fra’ Guglielmo Massaja, con la sua presidentessa Daniela Bongiovanni, ha coordinato con passione ed attenzione.
All’ingresso, il primo dei quattro grandi pannelli riassume che cosa e come potrà osservare nelle sale; la prima di queste dispone di dieci postazioni che consentono una visione immersiva del nostro territorio: una esperienza suggestiva in cui il visitatore, stando seduto nella sua comoda postazione, accompagna nei boschi il Cardinale Massaja interpretato da padre Mario Durando e può volgere il suo sguardo intorno a sé, come se davvero si trovasse in quei luoghi. Nella stessa sala, puntando i vari Qr code del pannello, legge ed ascolta la narrazione dei momenti significativi della vita del Cardinale sino alla partenza per l’Etiopia ed una sintesi dei suoi anni africani, immerso nell’ambiente selvaggio di quelle terre.
Nell’altra grande sala, a sinistra dell’ingresso, un terzo grande pannello illustra con lo stesso metodo dei Qr code il territorio nei grandi temi delle permanenze e dei mutamenti rispetto al secolo di cui fu testimone Massaja e del possibile dialogo fra passato e futuro; il quarto ci accompagna in un percorso artistico fra le chiese romaniche visitabili in un giorno partendo da Piovà ed alcuni esempi di barocco alfieriano, dalla Parrocchia dei Santi Pietro e Giorgio ai palazzi nobiliari di Asti. Altre due postazioni consentono l’uno un viaggio virtuale fra i punti salienti di Piovà accompagnati dalle musiche del suo violinista Giovanni Battista Polledro, l’altro una riscoperta di quelle donne e di quegli uomini del Monferrato un tempo famosi ed ora quasi sconosciuti: qualche nome fra tutti? Ecco, i santi sociali, le donne partigiane, Giovanni Battista Polledro, Giuseppe Govone, Umberto Cagni, Giacomo Bove, Cosma Manera, Giovanni Pastrone.
Nelle sale trovano posto alcuni oggetti agricoli appartenenti a famiglie di Piovà e dei Comuni vicini per ricordare ai visitatori più giovani quale impegno fisico abbia accompagnato, fino al secolo scorso, la produzione di un chilo di grano, di patate, di un litro di vino. Due aspetti che rendono singolare questa realizzazione, uno è certamente il possibile inserimento di altri temi in qualunque momento e la possibilità di trasportare, compattati in un trolley, i pannelli là dove se ne renderà opportuna la presenza.
Il progetto continua nel completamento del percorso grazie ad altre due sale adiacenti in via di allestimento. Qui c’è spazio per la vita e le opere del Cardinale contestualizzando al suo secolo le varie sfaccettature della sua personalità poliedrica. Grazie all’opera anch’essa prestata gratuitamente da un gruppo di docenti dell’Università degli Studi di Torino, vedremo il missionario nella sua Etiopia travagliata, il medico nella cura delle malattie endemiche e conosceremo i progressi della medicina in quel secolo, apprezzeremo il diplomatico immerso in un’Europa distratta e conflittuale, il geografo esploratore fra gli esploratori d’Africa. Anche qui, gli stessi criteri di visualizzazione e l’implementabilità doteranno Piovà Massaia di un laboratorio aggiornabile da nuovi successivi contributi. Ancora una parola sulla sostenibilità del progetto: custodito nei locali comunali dispone di adeguati criteri di sicurezza e, animato da volontari, non dovrà affrontare costi di gestione. C’è però un sogno che gli organizzatori vorrebbero realizzare presto: una parte dello spazio a disposizione adibito alla vendita di oggetti artigianali etiopi il cui ricavato ritornerebbe nelle terre amate da Massaja per un altro, piccolo o grande progetto a sostegno dei discendenti di chi lo aveva ospitato o anche osteggiato.