“Restituiti, a tuttə!”

Una raccolta fondi lanciata da Libera Piemonte per rendere accessibili 3 beni confiscati alle mafie

Restituiti, a tuttə!” è una raccolta fondi lanciata da Libera Piemonte per rendere 3 importanti beni confiscati della nostra regione accessibili a tutte e tutti.

Un Crowdfunding, sulla piattaforma Starteed, lanciato l’11 febbraio e attivo fino al 7 marzo, al fine di raccogliere risorse per beni liberi da ogni barriera. 25 giorni, uno per ogni anno della legge che ha permesso la restituzione sociale del patrimonio confiscato alle mafie.

Grazie alla legge 109 del ’96, fortemente voluta da Libera, da un quarto di secolo in Italia, i beni un tempo appartenuti al crimine organizzato possono essere restituiti alla cittadinanza per progetti di utilità sociale.

Alcuni di questi beni comuni, nonostante l’impegno e il lavoro di chi li gestisce, non sono completamente attrezzati per permettere a persone con disabilità psico/motorie di poter agevolmente partecipare alle attività che ospitano.

Si è quindi deciso di “festeggiare” questo importante traguardo normativo cercando di rendere tre spazi sottratti alle mafie ancora più inclusivi, casa di tuttə.

Per farlo, c’è bisogno del sostegno della cittadinanza. L’obiettivo è quello di raccogliere 10.000 euro per intervenire  su tre strutture:

  • In “Cascina Carla e Bruno Caccia”, confiscata a una delle più potenti famiglie di ‘ndrangheta del Piemonte, vorremmo dotare il fienile (luogo di eventi) di un montascale per permettere l’accessibilità a tutti
  • Nella villa di San Giusto Canavese, appartenuta al Narcotrafficante Nicola Assisi che presto ospiterà una casa famiglia per disabili, vorremmo realizzare un orto rialzato.
  • A “Casa delle Rose”, nell’astigiano, appartamento su due livelli un tempo appartenuta a un esponente di Cosa nostra, vorremmo dotare la struttura di una rampa di accesso.

Oltre agli interventi di natura strutturale, i tre spazi verranno dotati di cartellonistica informativa adatta a persone con difficoltà psico/sensoriali, per raccontare la storia di quei luoghi e consentirne una agevole fruizione.

«I beni confiscati riutilizzati socialmente sono l’esempio concreto di come le mafie si possano sconfiggere grazie all’azione sinergica delle forze migliori dello Stato. In Piemonte la percentuale di beni restituiti alla collettiva è ancora troppo bassa, attestandosi attorno al 20%», spiega Maria Josè Fava, referente di Libera Piemonte -. Per questo è doveroso che questi luoghi, finalmente tornati alla cittadinanza, siano completamente fruibili e accessibili, senza barriere, di qualsiasi tipo».

«Il valore simbolico di questa raccolta sul territorio astigiano si dimostra ancora più forte dopo le indagini e il processo Barbarossa – afferma la referente provinciale Isabella Sorgon -. Il processo ha svelato la presenza di segnali chiari di pericolo di infiltrazione mafiosa e di una reazione tiepida e non consapevole da parte della cittadinanza. Servono segnali forti e concreti. Le mafie sul territorio astigiano ci sono e sostenere i beni confiscati ed il loro riuso sociale si trasforma in segno di riscatto e di sconfitta del sistema mafioso da parte della società civile. Dire no alle mafie passa attraverso una scelta culturale del territorio ma anche attraverso gesti concreti di sostegno all’impegno continuo delle associazioni come Rinascita che hanno in carico importanti progetti di recupero di beni confiscati».

Per approfondire il progetto di raccolta fondi “Restituiti, a tuttə!” visita la pagina https://beniconfiscatipiemonte.starteed.eu/

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