Floriana Basso lascia la scuola e il Cpia

La storica Maestra dell’inclusione va in pensione dopo 44 anni di attività

ASTI – Dopo 44 anni nel mondo della scuola astigiana, la Maestra Floriana Basso va in pensione. Pubblichiamo il testo seguente, elaborato dal team del Cpia 1 Asti con l’aiuto dei volontari in Servizio civile universale.

Floriana Basso iniziò la sua carriera a 18 anni, verso la fine degli anni Settanta, gli anni del fervore culturale ed educativo. Una giovane ragazza, che fece la gavetta itinerante nelle materne nei paesi, incrociando la problematica dei nomadi alle Trincere e cercando di portarli a scuola.

Giovanissima e piena di entusiasmo, iniziò il suo percorso formativo  nel quartiere di San Rocco con i bimbi del Casermone, figli dei migranti dal sud che popolavano il centro storico. Diventò subito Vicepreside e lavorò con una maestra storica come Alfredina Dorigo. Nel mentre frequentò l’università con professori come Fornaca. Della materna in Piazza Alba, Floriana ricorda le battaglie per avere spazi adeguati: le famiglie erano numerose, anche il quartiere di Corso Alba si stava espandendo. Successivamente vinse un concorso e passò alle elementari dove accompagnò i suoi bimbi. Parliamo delle scuole del tempo pieno, delle sperimentazioni, dove si lavorava per classi aperte e laboratori di fotografia, falegnameria, teatro. Anni in cui nacquero nuovi quartieri di case popolari nelle periferie e nuovi servizi.

Marinella Gavazza, collega storica, racconta: «Una grande amica. È una di quelle maestre che servono nei posti più complicati, dove è meglio che ci siano le insegnanti migliori. Lei andava oltre la scuola per i bambini, li andava a recuperare. Non è un caso che abbia scelto di rimanere tanti anni in scuole dove intercettava le problematiche educative. Poteva scegliere altre scuole, ma decise di rimanere nella scuola dove c’era più bisogno di lei, nei posti più complicati». E parlando del suo impegno: «Si è data anima e corpo, non mancando mai da scuola anche quando i suoi problemi personali erano grandi, ha sempre avuto rispetto di tutte le famiglie ed è rimasta anche nei posti più complicati, più difficili».

Erano anni ricchi di stimoli, di studio e di lavoro continuo. Floriana ricorda: «Usavamo le cedole librarie per creare materiale comune – afferma Floriana Basso – abbattevamo le differenze, si ciclostilavano i materiali, non volevamo che la scuola creasse divario tra i bambini».

Negli anni Novanta, Basso iniziò la sua esperienza interculturale alla Baussano con l’insegnamento ai bimbi stranieri, i primi figli di immigrati. A dodici anni dalla fine della carriera decise di rimettersi in gioco, frequentando una nuova frontiera educativa: quella dell’alfabetizzazione, dell’insegnamento dell’italiano agli adulti. È al Cpia che ha svolto gli ultimi anni di lavoro, durante i quali si è misurata con nuove problematiche, insegnando a italiani scarsamente alfabetizzati e in carcere, intercettando tutti i bisogni di istruzione dei migranti.

«Ho iniziato quando eravamo alla Goltieri e poi in via Govone, il Cpia di piazza Leonardo è stato finalmente dare dignità alla scuola degli adulti; lo abbiamo pensato come una scuola diversa, innovativa, ideato gli spazi e lo sentiamo come casa nostra. È un’appartenenza, ti appartieni, appartieni agli studenti, diventi amico e lo rimani anche a distanza di anni».

Nelle sue classi sono passati tutti gli stranieri giunti ad Asti e ha sperimentato anche corsi a favore delle donne scarsamente alfabetizzate: è la prima maestra che ha insegnato loro le prime parole in Italiano. Floriana racconta: «Un valore importante è il senso civico degli studenti che frequentano il Cpia, che siano italiani o stranieri. Spesso persone che hanno attraversato situazioni difficili, eppure al Cpia non ci sono fenomeni di bullismo, c’è un grande rispetto delle Istituzioni, c’è senso civico tra gli studenti. Il grande valore è convivere, conoscersi. Il Cpia è un antidoto al pregiudizio».

Floriana diventa anche un simbolo di impegno fuori dalla scuola e un esempio per ogni insegnante che arriva al Cpia. «Non sono triste di finire la mia carriera scolastica – rivela Floriana -. La nostalgia mi arriverà sicuramente a settembre. Ma non sarò distante, al Cpia passano tanti volontari e se potrò darò una mano».

Non è un addio, ma un arrivederci, consapevole di aver seminato molto e che è ora di lasciare andare: «Vorrei passare a voi volontari  e a tutti i colleghi il testimone della mia esperienza nel mondo della scuola e soprattutto in questo meraviglioso mondo del Cpia. Auguro a tutti un buon futuro professionale, ve lo meritate. Grazie davvero di cuore ai colleghi, al Dirigente che inizia la sua nuova carriera, a tutto il personale Ata, a tutti voi».

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