Denuncio tutti. Lea Garofalo

Una donna contro la ‘ndrangheta

AGGIORNAMENTO – Lo spettacolo è stato rinviato al 13 maggio.

ASTI – “Denuncio tutti. Lea Garofalo” è lo spettacolo organizzato da Libera Asti che andrà in scena il 26 febbraio alle 18 in sala Pastrone, nell’ambito della rassegna “Teatro al Cinema” del circolo Vertigo.

Un modello di riscatto e ribellione contro la cultura mafiosa. È il teatro civile del Collettivo Prisma di Bari che, come afferma la protagonista Barbara Grilli, non vuole commuovere ma suscitare rabbia e indignazione. Lea è una testimone di giustizia, donna e madre calabrese che ha deciso di rompere con le regole di omertà della ‘ndrangheta per affermare la sua libertà e la possibilità di un futuro migliore per la figlia Denise.

Il suo carnefice sarà proprio il padre di sua figlia , Carlo Cosco, capo del clan ‘ndranghetista di via Montello a Milano. Il 24 novembre del 2009, Lea viene sequestrata, torturata e uccisa, il suo corpo letteralmente distrutto perché va distrutta l’idea che alle mafie ci si possa ribellare. «Quando ho scritto questo spettacolo – dice il regista Giovanni Gentilesentivo quanto fosse giusto mettersi accanto a Lea e denunciare». E la denuncia investe anche pezzi dello Stato che con la mafia sono contigue e le istituzioni che troppo spesso abbandonano al loro destino i testimoni di giustizia.

Nel percorso verso la XXV giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo a Palermo) Libera ha voluto ricordare in particolare Lea Garofalo per la forza della sua figura di donna libera ma anche per il valore simbolico di una tragica vicenda di ‘ndrangheta tutta consumata a Milano, a dimostrare quanto siano ramificate al Nord la cultura e l’economia mafiose.

Proprio il tema delle mafie al Nord sarà il centro di un’attività di approfondimento che coinvolgerà gli studenti di alcuni istituti superiori di Asti nella stessa mattinata del 26 febbraio. Prima dello spettacolo, i ragazzi avranno la possibilità di dialogare col colonnello dei carabinieri Pierantonio Breda sulla permeabilità del nostro territorio al fenomeno mafioso, come emerge con evidenza dal processo Barbarossa, in corso in questi giorni contro una locale di ‘ndrangheta che opererebbe tra Asti e Cuneo.

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