25 aprile, Asti in festa

Monticone (Anpi): “Non siamo gli adoratori delle ceneri della resistenza, ma i custodi del valore della libertà, che si conquista giorno per giorno”

ASTI – Dopo due anni di limitazioni causate dalla pandemia, anche nella nostra città si è potuta celebrare in presenza la ricorrenza del 25 aprile, 77° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con un fitto programma di iniziative alle quali finalmente tutti hanno potuto partecipare.

Le celebrazioni sono iniziate questa mattina presto con la Messa al Sacrario dei Caduti per la Liberazione al Cimitero Cittadino di Viale Don Bianco, officiata dal Vescovo Marco Prastaro. A seguire, omaggio alla tomba di Francesco Rosso “Perez“, primo presidente dell’Anpi di Asti, e poi al Bosco dei Partigiani per la deposizione di fiori alla Stele in memoria della Resistenza.

Davanti al Palazzo della Provincia si è poi tenuta l’inaugurazione della lapide con la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza della Provincia di Asti nel 25° anniversario della consegna per mano dell’allora presidente della Repubblica On. Oscar Luigi Scalfaro. Hanno preso la parola il presidente della Provincia Lanfranco e il già presidente della Provincia Giuseppe Goria.

deposizione di fiori al Monumento ai Caduti.
La lapide davanti al palazzo della Provincia di Asti

Le parole di Lanfranco prima di scoprire la lapide: “Arriva questa collocazione al termine di un percorso che insieme ai sindaci, in particolare, abbiamo condiviso in questi anni molto difficili. Perché il 25 aprile di 2 anni fa ci trovavamo tutti in un lock down particolarmente duro, e nonostante questo avevamo cercato e trovato un modo per onorare questa data, da remoto. Ciascuno da solo, con un collegamento davanti a un monumento simbolo, ha letto una poesia nello stesso momento. Fu  toccante per tutti noi, in quel periodo stavamo vivendo in modo diverso anche il concetto di libertà per come lo avevamo conosciuto. Da quell’iniziativa, grazie anche all’idea di Laura Nosenzo, riuscimmo lo scorso anno a pubblicare il volumetto Io c’ero, che si apre proprio con la motivazione della medaglia d’oro, nel 25° anniversario del riconoscimento. Quel libro è stato portato in giro per la nostra provincia suscitando grandissimo interesse e tanta volontà ancora di testimoniare la propria adesione ai valori della resistenza. Completiamo questo percorso oggi, anche sanando una mancanza che c’era sulla facciata della nostra sede Istituzionale, perché sono pochi gli enti che possono onorarsi della medaglia d’oro Militare. Lo facciamo a distanza di 25 anni con parole che abbiamo letto oggi ma che abbiamo la speranza e la certezza che verranno lette da chi  passerà sotto questi portici e da chi verrà  in questo palazzo. E le farà proprie. L’incipit di questa motivazione è ‘provincia contadina per eccellenza’, ed è una bellissima frase perché la nostra è una provincia contadina non solo dal punto di vista socioeconomico o paesaggistico, per com’è stata plasmata in modo magnifico tanto da essere addirittura patrimonio dell’umanità. Ma perché nella ruralità, nella tradizione contadina ci sono quei valori di impegno, di sacrificio, di senso di continuità nella storia, il senso di appartenenza alle proprie comunità che ha reso possibile la resistenza dell’astigiano. Poi viene citato l’impegno degli uomini e delle donne dell’astigiano, della classe operaia, del clero.  In questi principi si deve riconoscere l’impegno del presente e del futuro”.

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Giardini Pubblici, la deposizione di fiori al Cippo dei Partigiani

A seguire, ai Giardini Pubblici la deposizione di fiori al Cippo dei Partigiani; il corteo ha poi percorso viale alla Vittoria, per giungere in piazza I Maggio. Qui la deposizione di fiori al Monumento ai Caduti.

 

 

 

 

 

Giardini Pubblici la deposizione di fiori al Cippo dei Partigiani
piazza San Secondo, Paolo Monticone presidente Anpi

Il corteo si è poi riversato su piazza San Secondo,  dove ha preso la parola il Presidente dell’Anpi, Paolo Monticone: “Oggi è una giornata di festa, anche di riflessione ma soprattutto di festa. Siamo contenti di essere tornati su questa piazza, che dal primo maggio del 1945 è stato il teatro delle celebrazioni della festa per la fine della Seconda guerra mondiale e per la vittoria della guerra di Liberazione.

Purtroppo il ritorno in questa piazza coincide con una situazione internazionale drammatica, di cui non possiamo tacere la gravità e gli effetti che questa potrà avere sul nostro futuro. Ricordiamoci che noi arriviamo, 77 anni dopo, in una situazione di democrazia e di libertà che nei 23 anni precedenti era stata negata alla popolazione italiana”.

Monticone ha continuato: “Qualcuno in questi giorni ha sostenuto che i partigiani non ci sono più e quindi non si capisce quale sia il ruolo dell’Anpi. Ve lo dico io. Il nostro compito oggi è tenere solido e inattaccabile il cemento che ha unito i partigiani, anche se non ci sono più. Quel cemento è l’antifascismo, ed è la difesa dei valori di libertà e democrazia, che abbiamo ereditato dalla lotta contro il nazifascismo, e non c’è alcuna intenzione di dividere da parte nostra, anzi di unire. Anche se tornando alla situazione internazionale, guardare a ciò che avviene in Ucraina senza paraocchi è un nostro dovere, così com’è nostro dovere dare tutto il sostegno umanitario possibile al popolo ucraino, oggi sottoposto a una durissima prova di resistenza. E quando parliamo di resistenza intendiamo parlare di chi è sotto le bombe, di chi è stato trucidato ingiustamente, di chi deve affrontare una guerra che non avrebbe voluto. Quindi non abbiamo problemi a dire che, per quanto riguarda la situazione ucraina, tutto nasce dall’invasione russa, moralmente e giuridicamente da condannare”.  E ancora: “Oggi il punto però è trovare il percorso più adatto per arrivare al più presto a far tacere le armi e conquistare una pace vera, che era l’obiettivo dei  partigiani che non hanno mai combattuto per conquistare terreni, per conquistare il potere, ma per poter vivere in pace negli anni futuri. L’Anpi e i suoi iscritti non sono gli adoratori delle ceneri della resistenza, ma i custodi del fuoco dei valori dell’antifascismo, della democrazia, della libertà, della pace e della nostra Costituzione, che nell’articolo 11 dice che l’Italia ripudia la guerra. Saremo sempre vicini a ogni popolo ingiustamente offeso, messo in ginocchio dall’oppressore in ogni parte del mondo. Sempre vicini a chi resiste, per la libertà che non è mai acquisita, ma si conquista giorno per giorno, per sempre. Ricordiamocelo”.

Monticone ha concluso: “Anche oggi serve quindi lottare a livello internazionale e nazionale perché le prospettive del dialogo e del multilateralismo possano prevalere sempre, perché non c’è alternativa alla libertà, non c’è alternativa alla democrazia, non c’è alternativa alla fratellanza e alla solidarietà rispetto alle prove globali della contemporaneità. Solo con questi valori potremo costruire un futuro di pace e di speranza di prosperità. Questo è il grande messaggio del 25 aprile”.

Dopo l’ntervento del sindaco Rasero e di Mons. Prastaro, l’intensa mattinata di celebrazioni si è conclusa ai Giardini Gilberto Barbero (via Fortino) con la Commemorazione “Vittorio Dan Segre, dalla Resistenza nella Brigata Ebraica allo Stato di Israele”, a cura dell’Ass. Italia-Israele e dell’Ass. Europa Duemila e del Comitato Unitario Antifascista, con la partecipazione della Banda Municipale “G. Cotti”.

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