Vitigni resistenti: convegno scientifico promosso da Cia Asti il 19 maggio all’Istituto Penna

Tra i relatori il direttore del CREA-VE Riccardo Velasco e i ricercatori del CNR di Torino

ASTI – Il 2022 ha consegnato al Piemonte la medaglia di regione d’Europa maggiormente siccitosa e il 2023 s’annuncia ancora peggiore a causa delle scarsissime precipitazioni dell’inverno e dell’inizio della primavera.

La vite è una pianta estremamente resistente ma lo stress accumulato la rende più facilmente sensibile ai fitoplasmi: la flavescenza dorata o il mal d’esca sono in forte aumento. Da qui la necessità di trovare vitigni resistenti alle crescenti minacce naturali.

Se ne parla il 19 maggio in occasione del convegno scientifico organizzato da Cia Asti in collaborazione con il CREA e il Consiglio Nazionale della Ricerca.

I lavori dal titolo “Viticoltura resiliente in Piemonte. Quando e come vitigni piemontesi resistenti?” si svolgeranno nell’aula magna dell’Istituto tecnico Penna, dalle 9,30 alle 12,30.

Dopo i saluti del preside del Penna Renato Parisio e del presidente di Cia Asti Marco Capra, interverranno Riccardo Velasco, direttore del CREA-Ve (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura- Viticoltura Enologia), le ricercatrici del CNR- Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante Irene Perrone e Chiara Pagliarani, Domenico Mastrogiovanni, referente nazionale della vitivinicoltura per Cia.

Dal Veneto al Piemonte si intensificano le ricerche, in laboratorio e in vigneto, per trovare pratiche colturali e cloni adatti a superare i cambiamenti climatici in atto. Il CREA con il progetto Biotech è riuscito ad ottenere cloni di Chardonnay potenzialmente resistenti a malattie, quali peronospora e oidio, e resilienti allo stress idrico. ll gruppo di ricerca del CNR-IPSP grazie ad una tecnica innovativa di gene editing ha individuato un nuovo clone di Nebbiolo potenzialmente resiliente a diverse patologie.

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha in corso il progetto AGEBA che coinvolge l’Università Cattolica di Piacenza: l’obiettivo è individuare e mettere a dimora piante più resistenti alle mutate condizioni climatiche che conservino le potenzialità enologiche della cultivar. Lo studio della composizione chimica delle uve ottenute nei vigneti preclonali è in capo alla sede astigiana del CREA.

Se ne parlerà nel corso della mattinata affidata alla regia di Giovanni Gambino, ricercatore del CNR-IPSP. Chiuderanno i lavori l’assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa, e il presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini.

Il convegno è riconosciuto dal Collegio dei dottori agronomi e forestali e dal Collegio dei periti agrari per il rilascio di crediti formativi. Al termine l’Agrivan Gourmet Cia servirà un aperitivo curato dagli studenti dell’indirizzo enogastronomico del Penna.

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