Tradizione in vigna, tecnologia in cantina

1959-2019: sessant’anni di successi per Vinchio-Vaglio Serra

img_181212_Valle-Belbo-Vinchio-I-tre-brindano_ok-e1544541973327-780x405VINCHIO – Era il 1959, sessant’anni fa, quando 19 vignaioli fondarono la cantina cooperativa “Viticoltori Associati Vinchio-Vaglio Serra” nel cuore di un territorio a primaria vocazione vinicola. Una realtà cresciuta costantemente nel tempo e che oggi occupa un posto di assoluta importanza nel panorama enoico piemontese. «La scelta di istituire la cantina a metà strada tra due comuni riguardava anche la questione del conferimento delle uve – racconta il Presidente dell’associazione Lorenzo GiordanoA quel tempo il trasporto veniva effettuato con carri trainati da buoi o da cavalli e occorreva una posizione che fosse strategica». Da allora la cantina è cresciuta, anche in termini di sviluppo tecnologico per quanto riguarda il processo di vinificazione e imbottigliamento. Oggi i soci sono 187 e gli ettari vitati complessivi circa 450, dei quali circa 300 deputati alla coltivazione del vitigno maggiormente rappresentativo della zona: la Barbera. I vigneti, che si trovano in prevalenza a Vinchio e Vaglio Serra, ma anche in alcuni comuni limitrofi, presentano certamente alcune criticità: giaciture pronunciate, porzioni vitate esposte costantemente al sole, filari ravvicinati, elementi che impongono una meccanizzazione ridotta al minimo e un’attività agricola faticosa. Questo ha tuttavia consentito che, accanto al prodotto, venisse preservata una conoscenza del territorio impregnata di valori, dove la vigna, il vino e il territorio nel suo complesso diventano una cosa sola. «Il riconoscimento Unesco deve servire a questo: valorizzare il territorio come complesso di valori e cognizioni culturali, dove la fatica delle colture diventa seno di unicità» sottolinea Giordano. La “Viticoltori Associati Vinchio-Vaglio Serra” oggi vinifica e confeziona 1.700.000 bottiglie e 450.000 bag-in-box, per un volume di affari che orbita intorno ai 10 milioni di euro. La gamma di prodotti comprende una molteplicità di etichette, con la Barbera in posizione di traino.
60_ANNI_PAGINA_bannerDa segnalare la Barbera d’Asti Superiore “Vigne Vecchie”, ottenuta da cru antichi individuati in seguito a un censimento. Oppure la Barbera d’Asti Superiore “Sei Vigne Insynthesis”, risultato di un particolare processo tecnico e colturale. La vendemmia 2018 ha anche portato la prima Barbera ottenuta da uve coltivate biologicamente, mentre è attesa la sboccatura della prima Alta Langa Metodo Classico della vendemmia 2016 a 100% Pinot Nero. Sui consumi il Direttore Commerciale Ernestino Laiolo commenta: «Il rendimento costante della Barbera conferma i suoi indici di apprezzamento, anche su scala internazionale. Ma negli ultimi anni il pubblico ha premiato molto il bag-in-box, soluzione che ha avuto sensibili incrementi di vendita. Questo per la capacità del contenitore, ideale per il vino da tutti i giorni, dal momento che il sistema di confezionamento tutela il prodotto dalla ossidazione senza comprometterne la qualità. Anche in questo il nostro marchio è garanzia assoluta».

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