Tragedia del TANARO: svolta nelle indagini, un quindicenne accusato di omicidio volontario

Tribunale: pratiche ancora aperte

Tribunale: pratiche ancora aperte (canva) Dentrolanotiziabreak.it

Un’accusa pesante scuote Bra: la scomparsa di Abdou Ngom potrebbe non essere stato un tragico incidente. Le indagini rivelano nuovi sviluppi.

La tragedia avvenuta sulle rive del Tanaro ad aprile, che ha visto scomparire il tredicenne Abdou Ngom, conosce oggi una svolta inattesa.

Un’inchiesta complessa ha portato gli inquirenti a ipotizzare uno scenario diverso da quello inizialmente immaginato.

Dopo mesi di silenzio e indagini approfondite, la Procura dei Minori di Torino ha formulato un’accusa pesante.

Il dolore della comunità si intreccia con interrogativi ancora aperti e con una vicenda giudiziaria appena iniziata.

Una gita sul Tanaro finita in tragedia

Il 22 aprile, pochi giorni dopo Pasquetta, Abdou Ngom, studente di terza media e appassionato di termoidraulica, si era recato con tre amici alla spiaggia dei Cristalli di Verduno. La zona, alle spalle del cantiere dell’Asti-Cuneo, è conosciuta per le acque gelide e le correnti insidiose del Tanaro, rese ancora più pericolose dalle piogge.

Abdou non sapeva nuotare. Secondo la prima ricostruzione, il ragazzo sarebbe scivolato in acqua accidentalmente, venendo trascinato via dalla corrente. Le ricerche, che hanno coinvolto sommozzatori, elicotteri e droni, si sono protratte a lungo, ma senza esito. La comunità braidese, unita nel dolore, ha seguito con apprensione ogni aggiornamento, sperando in un miracolo che non è mai arrivato.

Acque del fiume
Acque del fiume C(anva) Dentrolanotiziabreak.it

L’ipotesi d’accusa e i nuovi elementi

Le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Bra e dalla Procura minorile hanno aperto scenari diversi. Intercettazioni ambientali, analisi degli smartphone, conversazioni via chat e confronti tra le versioni dei ragazzi hanno portato a ipotizzare che Abdou non sia caduto accidentalmente. Gli inquirenti sospettano che possa essere stato spinto in acqua da un amico. Il capo d’accusa formulato è omicidio volontario con dolo eventuale: un’azione in cui l’autore, pur non volendo causare la morte, accetta il rischio che ciò possa accadere. Il quindicenne indagato, oggi in comunità, è difeso dagli avvocati Piermario Morra e Giuseppe Vitello. Nega fermamente di aver spinto Abdou, respingendo ogni ricostruzione accusatoria. La vicenda, dolorosa e delicata, è ora nelle mani della magistratura, che dovrà stabilire la verità su quanto accaduto quel giorno lungo le sponde del Tanaro.

La scomparsa di Abdou Ngom resta una ferita aperta per Bra e per tutti coloro che lo conoscevano. La nuova ipotesi d’accusa segna un passaggio cruciale nelle indagini, ma porta con sé anche il peso di un processo che dovrà chiarire dinamiche e responsabilità. In attesa della verità giudiziaria, il ricordo di Abdou continua a vivere nella memoria della comunità, che chiede giustizia ma anche rispetto per il dolore di tutte le famiglie coinvolte. La vicenda è destinata a rimanere al centro dell’attenzione ancora a lungo.