Siccità e caldo anomalo, pascoli montani in crisi: rischio stagione ridotta per le mandrie piemontesi

Rischio siccità dei pascoli (Canva) Dentrolanotiziabreak.it
Le alte temperature e la scarsità d’acqua mettono in difficoltà i pascoli alpini minacciando la stagione d’alpeggio e la produzione bovina.
Le scarse precipitazioni degli ultimi due mesi stanno colpendo duramente i pascoli montani piemontesi. Il rischio è quello di compromettere l’alimentazione e l’abbeveraggio delle mandrie in alpeggio.
Il clima instabile, caratterizzato da sbalzi termici e temperature elevate, aggrava una situazione già critica.
Gli allevatori si trovano così a fronteggiare non solo l’erosione delle risorse naturali, ma anche i rischi fisici per gli animali su pendii ripidi.
Il protrarsi di queste condizioni potrebbe portare a pesanti ripercussioni economiche. Cosa sta succedendo e quali sono le conseguenze.
Clima estremo e pascoli a rischio: l’economia locale ne risente
Le alture piemontesi, tradizionalmente sinonimo di pascoli verdi e abbondanti, stanno affrontando un cambiamento drastico. La carenza di piogge e le temperature sopra la media hanno seccato il cotico erboso, riducendo la disponibilità di foraggio e acqua per le mandrie. Questa condizione si somma alle difficoltà logistiche tipiche dell’alpeggio, dove la pendenza dei terreni aumenta il rischio di scivolamenti e infortuni per gli animali.
Il fenomeno non riguarda solo la produttività agricola, ma anche la salvaguardia di un patrimonio zootecnico di pregio. L’allevamento di razza bovina Piemontese in montagna rappresenta infatti un presidio importante per la biodiversità, l’economia locale e la tutela del territorio, prevenendo l’abbandono delle aree interne e il conseguente degrado ambientale.

Siccità alpeggi: impatti economici e minacce aggiuntive
Se le condizioni meteorologiche non miglioreranno nelle prossime settimane, il rischio concreto è che la stagione d’alpeggio venga interrotta prima del previsto. Una scelta forzata che comporterebbe una riduzione della produzione e un aumento dei costi per gli allevatori, costretti a reperire altrove il foraggio e a gestire in pianura animali abituati al pascolo libero.
A peggiorare il quadro interviene anche la pressione della fauna selvatica, con attacchi sempre più frequenti ai capi al pascolo, in particolare da parte dei predatori presenti sulle Alpi. In questo scenario, la sopravvivenza delle attività montane dipende dalla capacità di attuare misure tempestive di sostegno e di gestione, per garantire continuità al lavoro degli allevatori e preservare un equilibrio fragile, messo a dura prova dal cambiamento climatico e da fattori esterni sempre più invasivi.
Il problema della siccità e del caldo anomalo nei pascoli montani piemontesi solleva domande cruciali: cosa comporta per la stagione d’alpeggio? Quali rischi corrono le mandrie? E come si può intervenire per salvaguardare la produzione e l’economia locale? La risposta passa da azioni rapide di sostegno agli allevatori, strategie di adattamento climatico e valorizzazione delle risorse idriche. Proteggere l’alpeggio significa preservare un patrimonio agricolo e ambientale unico, garantendo al Piemonte non solo continuità produttiva, ma anche identità e resilienza in un contesto climatico sempre più incerto.