Mariuccia Borio con le altre premiate e la presidente nazionale Daniela MastroberardinoVerona – Un premio per la lunga militanza nell’Associazione nazionale Le Donne del Vino è stato consegnato alla produttrice astigiana Mariuccia Borio. È accaduto a Verona, in occasione della cena di gala di fine Vinitaly.Le Donne del Vino quest’anno festeggiano i loro primi 35 anni di attività e hanno aperto le celebrazioni premiando sei grandi socie che hanno fatto crescere l’Associazione.Questa la motivazione del premio all’imprenditrice di Costigliole d’Asti: «La sua storia di imprenditrice vitivinicola inizia nel 1970, quando alla morte del padre ha ereditato parte di Cascina Castlèt, circa 5 ettari, in totale erano 20 ettari che il nonno aveva diviso tra i 4 figli maschi. Per lei, figlia unica, non c’era altra soluzione. Oggi coltiva oltre trenta ettari di vigna sulle colline della Barbera a Costigliole d’Asti. È tra le socie fondatrici delle Donne del Vino, è stata per nove anni delegata del Piemonte rendendo corale e attiva la partecipazione delle Donne del Piemonte tutte, e ha sostenuto importanti progetti internazionali di solidarietà come l’acquisto di 50 ettari di foresta amazzonica in Ecuador per evitare il disboscamento».«È stata una grande emozione – ha commentato Mariuccia Borio – ringrazio tutte le Donne del Vino. Sono stati anni intensi in cui abbiamo lavorato molto, portando la cucina e i vini piemontesi nei più grandi Festival del Cinema: da Venezia a Cannes, a Berlino».L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino è stata presentata ufficialmente durante Vinitaly nel 1988: allora era costituita da una ventina di socie che ben presto videro radunarsi intorno a sé decine di altre protagoniste del mondo del vino, fino a raggiungere le attuali 1058 iscritte tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste, di queste109 sono in Piemonte.Scopo del sodalizio è promuovere la conoscenza e la cultura del vino attraverso il contributo di esperienze e conoscenze di donne impegnate in questa mission in settori diversi, ma complementari. L’impostazione trasversale fu anticipatrice dell’evoluzione successiva della presenza femminile nel mondo del vino e oggi, a tutti gli effetti, possiamo considerarla un’idea fortemente innovatrice.Dal 15 al 19 giugno proprio in Piemonte si terrà la Convention nazionale delle Donne del Vino.Cascina Castlèt: la storiaOltre trenta ettari di vigna che racchiudono un sogno diventato progetto. Un progetto che nasce da due idee semplici: rispettare la natura ed essere al passo con la tecnologia. Questa è Cascina Castlèt. Siamo a Costigliole d’Asti, sulle colline tra Langa e Monferrato. Un sogno realizzato per l’imprenditrice vitivinicola Mariuccia Borio.Da sempre i Borio coltivano la loro proprietà con vitigni autoctoni, quelli che più parlano della famiglia, Barbera, Moscato, Uvalino, Nebbiolo, ma negli anni hanno scommesso anche su Cabernet Sauvignon e Chardonnay.Nascono così i vini Cascina Castlèt, da uve risolute e con nomi coraggiosi, Passum, Policalpo, Avié, Litina, Goj, Ataj e Uceline. Ogni nome racchiude una storia, un racconto, un piccolo aneddoto della famiglia e del territorio.La cantina di Cascina Castlèt ha due anime: una vecchia cantina interrata e al cui interno sono presenti grandi botti in rovere e un nuovo locale di affinamento, con barrique, tonneaux e macchine moderne. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale delle acque reflue di cantina.Tutto questo vuole essere coerente con il principio che coniuga il rispetto della natura e l’essere al passo con la tecnologia, in ogni fase di vinificazione. Da pochi mesi è nato anche il nuovo wine shop con ampi spazi per l’accoglienza e la degustazione.I vini vengono bevuti in tutto il mondo: da New York a Tokyo, da Oslo a Sydney fino alla Nuova Caledonia e alle Antille Olandesi.
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