Riceviamo e pubblichiamo una nota del Segretario Generale della CGIL di Asti, Luca QuagliottiLa CGIL di Asti esprime la propria preoccupazione per l’infausta conclusione della missione internazionale in Afghanistan. La smobilitazione dei contingenti occidentali dal Paese, senza una strategia concordata tra i vari attori, ha concorso al crollo dei difficili equilibri costruiti negli ultimi vent’anni e favorito, nonostante il manifestarsi di vari punti di resistenza in tutto il territorio, la presa del potere da parte dei talebani.L’emerga umanitaria che segue la crisi afghana non può lasciarci indifferenti. Fondamentale, nell’immediato, è mettere in salvo, come si sta cercando di fare, quanti hanno collaborato con le forze occidentali al tentativo di costruire un Afghanistan libero da fondamentalismi e nel quale donne e uomini potessero studiare liberamente, pregare il proprio Dio, manifestare le proprie opinioni, vivere la propria sessualità, guardare con fiducia all’avvenire. Ma ciò non basta. Non possono lasciarci indifferenti le scene in corso di donne che affidano i loro figli ai soldati affinché trovino in un’altra terra la salvezza e la libertà che verrebbe loro negata in Afghanistan e di quanti, prendendo d’assalto gli aeroporti, cercano di abbandonare un Paese in fiamme.Dopo vent’anni di presenza militare occidentale, motivata dalla necessità di sconfiggere il terrorismo (lotta culminata con l’uccisione di Osama Bin Laden) che ha visto morire migliaia di militari, di cui oltre 50 italiani, e centinaia di migliaia di civili delle popolazioni locali ci sembra che l’abbandono dell’Afghanistan sia stato, nelle modalità e nelle tempistiche, una bruttissima pagina di storia che non avremmo mai voluto vedere.Ci sarà tempo e modo per riflettere sulla natura, lo scopo e gli obiettivi degli interventi internazionali contro il terrorismo e la violazione dei diritti fondamentali delle persone. Oggi si presenta a tutti noi un’altra urgenza: quella di salvare quante più persone possibile, soprattutto le donne e i bambini, che rischiano di pagare più di altri il fondamentalismo dei talebani: a tale scopo, abbiamo il dovere di accoglierne quanto più possibile attraverso una forte mobilitazione civica e umanitaria. All’emergenza di queste ore, dovranno seguire corridoi umanitari e politiche di intervento mirato alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone.La CGIL astigiana ritiene che gli Enti locali del nostro territorio, seguendo l’esempio del Comune Capoluogo e quanto già altri comuni piemontesi stanno facendo, debbano mette a disposizione le loro strutture e le loro competenze al fine di concorrere ad alleviare l’emergenza umanitaria in corso.La CGIL, da parte sua, metterà le proprie strutture a sostegno delle iniziative che tutta la comunità astigiana riterrà di assumere.
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