Piemontesi sempre più attenti alla propria salute, e non solo dal punto di vista sportivo ma anche dell’alimentazione. Il60% fa sportabitualmente o saltuariamente e il 92% prova a seguire una dieta abbastanza sana ed equilibrata. E questo si vede anche dalle abitudini di acquisto durante la spesa, dato che la maggior parte dei piemontesi (66%) come primo elemento di scelta di un prodotto guardal’etichettae i relativiingredienti dei prodotti. Non solo. Guardare l’etichetta, prima dell’acquisto, è diventata una vera e propria abitudine per il 94% dei consumatori. Segno tangibile di un cambiamento culturale e di uno stile di vita più sano che sta coinvolgendo tutte le fasce d’età, dove il “contenuto” supera il valore del marchio e le attività di promozione e di scontistica.Ma quanto sono preparati i piemontesi sulle etichette? Quali sono le “voci” più apprezzate e quelle più temute? Cosa spinge i consumatori ad acquistare un prodotto o a eliminarlo dal carrello della spesa?Tutto questo lo svela una ricerca diBanco Fresco (questionario online sulla lettura delle etichette alimentari e le abitudini d’acquisto sottoposto a un campione di 516 utenti a febbraio 2022, di cui 323 piemontesi),la catena food retail specializzata nei freschi e freschissimi presente in Lombardia e Piemonte, da sempre attenta al benessere dei propri clienti proponendo prodotti di qualità e a filiera corta.Controllare l’etichetta significa avere a cuore la propria salute, che si sa passa anche dalla freschezza dei cibi che si mettono nel carrello. Il primo motivo che spinge i piemontesi a guardare le etichette è infatti il controllo dellascadenzadegli alimenti (74%), seguito dall’interesse per laprovenienza geografica(63%) e dalla verifica dell’assenza di sostanze dannoseper la salute (50%). Tanta, dunque, anche l’attenzione alMade in Italye all’indicazione geografica dei cibi (DOP, DOC, DOCG, IGP), che per l’83% costituisce un elemento determinante al momento dell’acquisto.Una tendenza che si riflette anche nelle abitudini di acquisto. Le etichette che convincono maggiormente sono quelle che contengono le diciture “senza antibiotici” (66%), “senza conservanti” (54%) seguite da “senza olio di palma” (31%) e “senza zuccheri” (30%). La salute, dunque, viene prima della dieta. Un dato che rivela anche quanto sia cresciuta la consapevolezza delle persone sui rischi per la salute derivanti dalla presenza di determinate sostanze negli alimenti. In assoluto, molti consumatori (53%) individuano negliadditivile sostanze ritenute più dannose, più delsale(12%), deigrassi in generalee dellozucchero(entrambi all’11%).In particolare, dall’indagine emerge che mediamente i consumatori sono piuttostopreparati sul sistema di etichettatura, negli ultimi anni divenuto sempre più terreno di dibattito interno ed europeo. Il sistema in vigore è ritenuto abbastanza chiaro dall’81% delle persone, che infatti si rivelano in grado di riconoscere le differenze tra diciture simili – come “ad alto contenuto di fibre” e “fonte di fibre” – e di essere informate su aspetti direttamente collegati all’esame del contenuto delle confezioni. Solo più di un decimo del campione non era a conoscenza della regola secondo cuigli ingredienti sono elencati dal più al meno presente, e circa la metà sa esattamente quali sono gli elementi obbligatori per legge che devono figurare su tutte le etichette alimentari (ingredienti, scadenza, presenza di allergeni, quantità netta, valori nutrizionali, provenienza geografica). Anche se ci sono ancora lacune da colmare, spesso non di poco conto. Come la conoscenza del significato corretto della dicitura“Consumare entro…”, che solo un terzo del campione ha dimostrato avere ben chiaro.Infine, il consumatore piemontese è anche attento aevitare gli sprechi. La ricerca di Banco Fresco rivela che, giunte alla data di scadenza dei prodotti, le persone, prima di buttarli via, nel 56% dei casi controllano che le proprietà organolettiche di essi non siano variate e quindi, se possibile, preferiscono comunque consumare l’alimento. D’altronde in Piemonte sono già abituati a controllare da soli la bontà dei prodotti: nel 95% dei casi quando si tratta di frutta e verdura la preferenza ricade proprio sullo sfuso.Ed è sui prodotti sfusi che punta Banco Fresco, con unmodello innovativo, ispirato al “mercato di una volta”, e incentrato sulla vendita dei freschi e freschissimi, dove qualità, convenienza e stagionalità sono elementi di grande rilievo.Al fine di aiutare i consumatori nella corretta lettura delle etichette alimentari, ilMinistero della Saluteha sintetizzato tutte le informazioni e la normativa vigente a riguardo nel documento “Etichettatura degli alimenti. Cosa dobbiamo sapere”.Profilo Banco FrescoNata nel 2017, Banco Fresco è la catena retail specializzata nei freschissimi con due punti vendita in Piemonte, a Torino e Beinasco, e quattro in Lombardia, a Crema, Cremona, Cantù e Paullo. Appartiene al Gruppo Prosol Compagnia di Gestione SRL che nasce dall’esperienza francese. Alla guida di Prosol Compagnia di Gestione srl, un Team di manager interamente italiano.Banco Fresco, propone un vasto assortimento su tutte le categorie merceologiche dei freschissimi: circa 3.250 referenze, che vanno dall’ortofrutta, cuore centrale dell’offerta, ai formaggi e latticini, passando per la macelleria e salumeria, pescheria, panetteria e grocery. Prodotti ricercati, provenienti sia dalla filiera italiana con le sue numerose eccellenze locali, ma anche dalla filiera estera, con l’obiettivo di garantire tutto l’anno un binomio costante di convenienza e qualità.Per ulteriori informazioni:Banco Fresco | Il mercato del gusto
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