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Peste suina, Cia: “Bisogna abbattere i cinghiali” – Dentro la notizia

ASTI – Cia-Agricoltori Italiani ha presentato al tavolo interministeriale che ha affrontato l’emergenza Peste suina africana una proposta che, in sintesi, concerne una campagna di controllo e riduzione del numero degli ungulati con figure qualificate e strumenti innovativi nei 114 comuni dell’areale infetto. Secondo Cia è tempo di agire con tempestività e razionalità per evitare ricadute economiche e sociali irreparabili, prendendo esempio dai Paesi Ue che hanno eradicato in poco tempo la malattia di cui il cinghiale è il principale vettore. La PSA – studiata da decenni e non trasmissibile all’uomo – è, infatti, altamente pericolosa per i maiali e potrebbe avere un impatto fortemente negativo sul mercato suinicolo, da cui dipende l’industria salumiera, fiore all’occhiello del comparto agroalimentare italiano, con molte eccellenze anche in Piemonte.“Non è stato sparato un colpo contro i cinghiali infetti ma già si abbattono i maiali che non sono malati – denunciaMarco Pippione, direttore di Cia Asti – il peso della peste suina non può ricadere tutto sulle spalle degli allevatori che nella zona infetta e nella zona cuscinetto subiscono il danno economico del macello di capi sani, mentre i cinghiali circolano in libertà. Questo dopo aver messo in campo tutte le costose misure di biosicurezza e prevenzione previste”.Cia da anni auspica la riforma della Legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica. “E’ necessario agire in modo razionale nella gestione della biodiversità, con un riequilibrio del rapporto fra uomini e ungulati  – rileva il presidente provincialeMarco Capra– bisogna bilanciare gli interessi fra le diverse categorie di cittadini, siano essi cacciatori, allevatori o ambientalisti, e farsi guidare esclusivamente dai criteri del rigoroso controllo scientifico”.Per Cia la sola attività di vigilanza non basta. “Si parla utilizzare i droni per la ricerca delle carcasse infette, ma tutto questo risulta inutile se non si attua una campagna di controllo degli ungulati –aggiungonoCapraePippione– bisogna eliminare 50 mila cinghiali nell’area infetta e bisogna farlo in fretta perché con l’arrivo della primavera e la ripartenza dell’attività vegetativa la caccia diventerà ancora più difficile. Servono misure straordinarie: figure qualificate come il coadiutore con l’utilizzo di visori notturni e altri strumenti innovativi. Bisogna, inoltre, impedire lo spostamento dei selvatici fuori dal perimetro dell’areale infetto tramite le recinzioni e il foraggiamento artificiale e vanno organizzate misure speciali per il trasporto e lo stoccaggio delle carcasse”.Cia ricorda, infine, le migliaia di posti di lavoro a rischio nella malaugurata ipotesi di un peggioramento della situazione, che metterebbe in ginocchio un settore da 1,7 mld, col blocco immediato delle linee di produzione per mancanza di materia prima.

Redazione

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