NON È POMPEI MA È UGUALE – Le immagini dalla Cina che fanno tremare gli archeologi: resti umani in fuga trovati sotto la cenere | Sembrano fotocopie

Pompei (Foto di Marta da Pixabay) - dentrolanotiziabreak.it
Non è Pompei, ma è uguale: scopri le incredibili immagini dalla Cina con resti umani in fuga sotto la cenere che stanno facendo tremare gli archeologi.
Pompei è uno dei siti archeologici più famosi al mondo. Un luogo dove il tempo si è fermato all’improvviso, quando il Vesuvio esplose e coprì la città con uno spesso strato di cenere, regalando al mondo uno scorcio unico sulla vita di quasi duemila anni fa.
Le storie di abitanti congelati in un attimo, le strade, le case e gli oggetti perfettamente conservati continuano ad affascinare chiunque ne senta parlare.
Non solo Pompei però ha subito la furia della natura in modo così drammatico. Nel corso della storia, molti altri insediamenti sono stati inghiottiti da disastri improvvisi che hanno lasciato dietro di sé una sorta di “capsula del tempo”, una testimonianza preziosa per gli archeologi e per chi vuole capire come vivevano le popolazioni di un tempo.
Ecco perché, quando in Cina sono state ritrovate immagini molto simili a quelle che ci ricordano Pompei, gli archeologi hanno subito fatto un parallelo con la celebre città italiana. Ma cosa è accaduto?
China come Pompei: la scoperta incredibile
Non si tratta però di cenere vulcanica, ma di un altro tipo di catastrofe naturale che ha colpito un villaggio antichissimo. Il sito in questione, come ci riporta geopop.it, si chiama Lajia, un insediamento risalente a quasi 4.000 anni fa, situato lungo il famoso Fiume Giallo, cuore pulsante di tante antiche civiltà cinesi. Come Pompei, Lajia fu distrutto all’improvviso, ma non da un’eruzione vulcanica: a seppellire il villaggio fu una massiccia piena di fango, probabilmente scatenata da un terremoto.
Il fango ha coperto e conservato ogni cosa, dai manufatti di bronzo ai resti organici, ma anche i corpi degli abitanti, rimasti intrappolati in un ultimo, tragico istante. Gli archeologi hanno scoperto utensili, semi di cereali e persino quello che potrebbe essere considerato il piatto di spaghetti più antico del mondo, fatto di grano e miglio.

Una capsula del tempo
Questa scoperta ha aperto una finestra sulla cultura di Qijia, che abitava questa zona e che rappresenta una delle prime civiltà cinesi ad aver sviluppato l’agricoltura e la lavorazione del bronzo. I reperti ritrovati parlano di una comunità agricola avanzata e ben organizzata, ma anche di una fine improvvisa che ha segnato la loro storia per sempre.
Come a Pompei, gli studi sui resti umani di Lajia permettono agli studiosi di ricostruire non solo le abitudini quotidiane, ma anche le condizioni di vita e la drammatica fine di queste antiche popolazioni. Un ritrovamento straordinario che ci ricorda quanto la natura possa fermare il tempo e trasformare il passato in un racconto vivido e potente. E quanto siano fragili i nostri destini.