“Mi scappa la pipì, posso?”: sì, ma devi PAGARE I Ufficiale, approvata la ‘TASSA SUL BAGNO’: se non riesci a trattenerla, sgancia, o te la fanno fare addosso

bagno uso pubblico

Il bagno (foto di Aibek Skakov da pexels) - dentrolanotiziabreak.it

“Mi scappa la pipì, posso?”: sì, ma devi pagare. Esatto: c’è una quota per potersi permettere di farlo. Ufficiale, approvata la ‘tassa sul bagno’. Se proprio non riesci a trattenerla, sgancia, o te la fanno fare addosso.

Sembra quasi una fake news, una di quelle notizie assurde che si leggono sui social e che si liquidano con una risata. E invece no: è tutto vero.

Ed è già realtà in molte zone d’Italia ed Europa. Da oggi, se ti scappa di fare la pipì mentre sei fuori casa, rischi seriamente di dovertela trattenere, a meno che tu non sia disposto a pagare per farlo.

Sì, hai capito bene: è stata di fatto approvata e introdotta quella che molti chiamano “tassa sul bagno”, una sorta di contributo obbligatorio.

Da ora, per accedere ai servizi igienici pubblici o semi pubblici devi sganciare. Altrimenti trattienitela: e poco male, poi, se non ce la fai, e ti scappa un ‘incidente’.

“Mi scappa la pipì, papà”: contati i soldi in tasca, o rischi di fartela addosso

Una misura che, pur non essendo definita formalmente come tassa statale, nella pratica si traduce in un pagamento obbligatorio per poter utilizzare le toilette di certi luoghi. Il principio è semplice — e, per molti, ingiusto: senza pagamento, niente accesso. In alcuni casi il prezzo varia da 50 centesimi fino a 2 euro. Ma il concetto resta lo stesso: per soddisfare un bisogno fisiologico elementare, bisogna mettere mano al portafogli.

Un paradosso, soprattutto se si pensa che si tratta di una necessità naturale, che non può certo essere rimandata all’infinito. La misura è già applicata in numerosi punti di ristoro, stazioni ferroviarie, aeroporti, bar e stabilimenti balneari, dove l’uso dei servizi igienici è consentito solo ai clienti paganti o dietro pagamento di una quota specifica. Persino in alcune piazze e aree turistiche sono stati installati bagni automatici a pagamento, dotati di tornelli che si aprono solo dopo aver inserito monete o pagato tramite carta.

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Porta del bagno (Foto di weightlossnyc da Pixabay) – dentrolanotiziabreak.it

Ecco il motivo per cui devi pagare

La giustificazione ufficiale? Coprire i costi di pulizia, manutenzione e sicurezza. Ma molti cittadini vedono in questa pratica una forma di ingiustizia sociale, poiché anche chi non può permettersi di spendere soldi in continuazione ha comunque il diritto di accedere ai servizi essenziali. In alcune città, soprattutto nelle grandi metropoli turistiche, sono già nate proteste e raccolte firme per chiedere l’installazione di più bagni pubblici gratuiti.

C’è anche chi ironizza, affermando che presto ci sarà una “flat tax del WC” o un abbonamento mensile per poter fare i propri bisogni in serenità. Ma dietro la battuta resta un dato di fatto: l’accesso ai servizi igienici sta diventando un lusso. In un mondo dove si paga praticamente per tutto, ora anche il bisogno più naturale e universale sembra essere finito nel mirino del mercato. E così, per molti, la nuova paura non è più quella di non trovare un bagno, ma di non avere abbastanza spiccioli in tasca quando arriva l’urgenza.