“La scuola è obbligatoria, ma sei pure OBBLIGATO A PAGARE”: altro che diritto allo studio, versa la TASSA da 200 euro se vuoi anche solo sederti sul banco  o non prenderai mai il titolo di studio

Mancano soldi in banca? Nuova tassa

Mancano soldi in banca? Nuova tassa--Fonte Canva-Dentrolanotiziabreak.it

 “La scuola è obbligatoria” ma nello stesso tempo sei pure obbliato a pagare: altro che diritto allo studio, esiste una tassa, che arriva fino a 200 euro. E la devi pagare: altrimenti, non ti fanno neanche sedere sul banco.

E non prenderai mai il titolo di studio. In Italia, l’istruzione è definita un diritto fondamentale e un dovere civico, tanto che la legge impone l’obbligo scolastico fino a una certa età.

Tuttavia, dietro questo principio nobile si nasconde una realtà che sorprende molti cittadini: studiare non è davvero gratuito, neppure quando si frequenta un istituto pubblico.

Infatti, chiunque voglia proseguire il proprio percorso di formazione, soprattutto nel mondo universitario, deve fare i conti con una serie di tasse obbligatorie.

Tra cui spicca una che impatta non poco sulle tasche dei cittadini e delle famiglie, e infatti può arrivare anche fino a 200 euro a seconda dei casi.

Altro che scuola gratuita, devi pagare per farne parte

Una tassa, che può variare dai 120 ai 200 euro all’anno, in particolare, svetta su tutte: è un contributo dovuto da tutti gli studenti iscritti agli atenei italiani, indipendentemente dal reddito o dal tipo di corso scelto. In pratica, significa che per potersi sedere su un banco universitario bisogna pagare, anche se si tratta di un’istituzione pubblica.

Chi non versa la tassa non può completare l’iscrizione, sostenere esami o ottenere il titolo di studio. È una condizione che molti giudicano paradossale: da un lato, lo Stato impone l’obbligo di istruzione, dall’altro lega il diritto a studiare al pagamento di un tributo. Ma di che tassa parliamo?

Tasse abbattute del 60% dopo 6 anni - Dentrolanotiziabreak.it (Fonte foto Canva)
Tasse  – Dentrolanotiziabreak.it (Fonte foto Canva)

Ecco la tassa che non puoi non pagare

Stiamo parlando dell’imposta regionale per il diritto allo studio nasce con l’obiettivo di finanziare borse di studio, servizi di mensa, alloggi e agevolazioni per gli studenti meno abbienti. In teoria, dunque, i soldi versati dovrebbero servire a garantire pari opportunità a chi ha più difficoltà economiche. Ma nella pratica, molti giovani e famiglie percepiscono questa tassa come un ulteriore peso, soprattutto in un contesto in cui il costo della vita — tra affitti, libri e trasporti — è sempre più alto.

Alcune Regioni hanno introdotto esenzioni parziali per studenti con ISEE basso, ma la regola generale resta la stessa: senza il pagamento, non si può accedere ai servizi universitari. Il risultato è un sistema che, pur volendo sostenere l’uguaglianza, finisce per creare nuove disparità. Perché se l’istruzione è davvero un diritto di tutti, allora dovrebbe essere garantita senza ostacoli economici. Invece, anche qui, come spesso accade in Italia, il diritto diventa un dovere… da pagare a caro prezzo.