Da sinistra: Rasero, Gabusi, Ventrice, Prastaro, Fassero e TamiettiASTI – Questa mattina25 febbraio, al cinema Lumière, ilCoordinamento Territoriale di Protezione Civile di Astiha organizzato una partecipatacerimonia di consegna delle benemerenze per i volontari che hanno operato durante il periodo di emergenza Covid.Presenti all’evento il sindaco e presidente della ProvinciaMaurizio Rasero, l’assessore alla Protezione Civile del PiemonteMarco Gabusi, il prefettoClaudio Ventrice, il vescovoMarco Prastaro, il presidente del Coordinamento Regionale di Protezione Civile del PiemonteMarco Fasseroe il direttore del Distretto AslElena Tamietti.“Oggi doveva essere festa, ma preferisco chiamarlo incontro– ha esorditoValter Marenco, presidente del coordinamento territoriale di protezione civile di Asti-.Domenica scorsa si è spentoFranco Bianco(74 anni, tra i fondatori della Protezione Civile di Canelli e presidente emerito dell’associazione), un lutto che ci ha lasciati frastornati. Questa giornata vuole premiare le persone che hanno partecipato all’emergenza Covid. La Regione ha deciso di consegnare delle benemerenze ai coordinamenti, oggi premiamo 322 persone su 382 iscritti. I coordinamenti le consegnano alle associazioni. In questi ultimi anni abbiamo fatto di tutto: abbiamo fatto la spesa per chi non poteva uscire, siamo andati a prendere i medici all’aeroporto, abbiamo dato una mano a montare l’ospedale del Valentino a Torino e a smontarlo. Abbiamo gestito il magazzino delle mascherine a Castello di Annone, abbiamo portato i vaccini in lungo e in largo per la provincia. Abbiamo percorso 14.780 km per portare i vaccini. Abbiamo montato e assistito i centri vaccinali. Abbiamo portato test, mascherine a tutte le comunità e a tutte le case di Riposo dell’Astigiano. In totale 5.061 interventi, pari a 18.336 ore lavoro. Ci siamo dati da fare, nessuno si è mai tirato indietro”.La consegna a Elena BiancoIl primo attestato di benemerenza è stato consegnato dall’assessore Gabusi (canellese) alla figlia di Franco Bianco, Elena.“Questo è un ulteriore appuntamento di ringraziamento dopo quello di Leinì, a dicembre scorso, a cui parteciparono in 500 da tutto il Piemonte– ha detto l’assessore Gabusi-.Tre anni fa non sapevamo chi fosse il nemico da affrontare. La protezione civile ci ha consentito di organizzare l’uscita dal Covid. La campagna vaccinale, così capillare sul territorio, è stata organizzata grazie al grosso lavoro della protezione civile, che ha reso il Piemonte la regione con la capacità vaccinale migliore”.Ilprefetto Ventrice: “Non ho vissuto la pandemia ad Asti. Quando è iniziata ero a Novara come prefetto reggente, poi il secondo anno ero in Toscana come prefetto di Massa. Il lavoro della protezione civile in quelle due province è stato encomiabile. Sapete che ho un debole per la protezione civile. Ho voluto incontrare i volontari a fine dicembre al palazzo del governo di Asti proprio per ringraziarli. E poi ho apprezzato il loro lavoro in particolare durante due eventi del mio mandato ad Asti, in primis l’arrivo del Papa, in cui sono intervenuti 450 volontari di protezione civile. E poi durante l’esercitazione di tre mesi fa, che non ha precedenti in questa città. La risposta è stata imponente.Siete la famiglia allargata delle istituzioni, senza di voi non andremmo da nessuna parte”.La Sanità italiana si è impegnata in prima linea durante il Covid. A prendere la parola è statala dottoressa Elena Tamietti, direttore del Distretto Asl di Asti. “La pandemia è stato un momento tragico per tutti; la sanità ha dovuto affrontare una prova grandissima.In Asl Asti siamo riusciti a organizzare 17 punti vaccinali su tutto il territorio. Questo ci ha portato ad avere un’altissima percentuale di copertura nei tempi dovuti. Sicuramente non avremmo raggiunto i risultati senza l’apporto della protezione civile, che ha una struttura molto forte”.Infine ilpresidente del Coordinamento Regionale Marco Fassero: “Quando accade un evento inaspettato, gli esseri umani mettono in moto tutti gli strumenti nell’innato istinto di sopravvivenza. Non abbiamo nemmeno avuto tempo di gioire al termine dell’emergenza covid, perché da un anno stiamo affrontando un altro tipo di emergenza, ilconflitto bellico in Ucraina, e ora ilterremoto in Turchia e Siria(in sala presenti 4 volontari appena rientrati dalla Turchia). Nell’ospedale da campo della Regione, tra le altre, sono già nati 7 bambini, la vita continua.Eventi assurdi e imprevisti che ci hanno visto rispondere con una professionalità che non pensavamo di avere, perché dovevamo agire. Il mio personale ringraziamento a tutti voi, siamo cresciuti in questi ultimi anni professionalmente e umanamente, è cresciuta la consapevolezza delle nostre capacità. Così come non è mancata la fiducia che tutti hanno in noi. La nostra uniforme è diventata simbolo di speranza. Grazie per non esservi mai tirati indietro.Ora avanti, a lavorare insieme”.
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