PIEMONTE – Nel giorno dell’Epifania la campagna vaccinale del Piemonte prosegue senza sosta: sono34.313le persone comunicate all’Unità di Crisi della Regione che oggi hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. A4.563è stata somministrata la prima dose, a2.031la seconda, a27.719la terza.Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di8.142.877dosi, di cui3.122.413come seconde e1.556.157come terze, corrispondenti al98,9%di8.235.500disponibili.“Anche in questa giornata di festa la macchina vaccinale del Piemonte ha somministrato oltre 34 mila vaccini – sottolineano il presidente della Regione PiemonteAlberto Cirioe l’assessore alla SanitàLuigi Genesio Icardi-.Di questo non possiamo che ringraziare tutti gli operatori del nostro sistema sanitario e i cittadini che, anche in giorni festivi, hanno risposto alla chiamata al vaccino. Vaccinarsi è importante ora più che mai, in un momento in cui il virus sta circolando a livelli mai avuti prima, per proteggere noi, i nostri cari e l’intera comunità”.Open day dedicato ai bambini nella fascia di età 5-11 anniSono stati oltre2.600quelli vaccinati oggi in questa giornata di festa dedicata a loro su tutto il territorio regionale.Il Piemonte resta in zona giallaPre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto Superiore di SanitàNella settimana 27 dicembre – 2 gennaio in Piemonte il numero dei nuovi casi e dei focolai cresce, come nel resto del territorio nazionale. L’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi passa da 1.35 a 1.44 e la percentuale di positività dei tamponi sale al 18%. L’incidenza è di 1.817,04 casi ogni 100 mila abitanti. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva è del 21,7% e quello dei posti letto ordinari è del 26%. Numeri che, seppur in crescita, mantengono il Piemonte in zona gialla.Il commento del presidente Ciriosulle nuove misure introdotte dal governo“Ritengo le nuove misure una soluzione di equilibrio – commenta il presidente della Regione PiemonteAlberto Cirio-. Ero favorevole a un obbligo vaccinale selettivo e la scelta sugli over 50 è un buon compromesso, perché riguarda le fasce d’età a maggior rischio di ospedalizzazione. Sui tamponi, invece, alla luce della situazione epidemiologica attuale con un numero molto alto di positivi in buona parte asintomatici, le Regioni hanno chiesto al Governo una riflessione sull’opportunità di continuare a fare i test a chi non mostra sintomi, rispetto alla possibilità di concentrarsi principalmente su chi li manifesta e ha quindi bisogno di essere curato. Si tratta però di una valutazione medica su cui dovrà esprimersi il Cts. Anche sulla scuola ritengo la scelta di equilibrio, era importante un intervento che tenesse conto della situazione attuale, ma allo stesso tempo tutelasse il più possibile la didattica in presenza, differenziando le misure per i vaccinati”.
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