Il libro di Bruno Ventavoli presentato alla Casa di Reclusione di Asti

L'evento rientrava nel progetto "Voltapagina" che dal 2007 porta gli autori nei Penitenziari italiani

ASTI – Il libro “Seimila gradi di separazione. Romanzo in 24 storie” è stato presentato il 18 ottobre presso il teatro della Casa di Reclusione di Asti con la presenza dell’autore Bruno Ventavoli responsabile dell’inserto de La Stampa “Tuttolibri”.

L’evento, condotto dal geometra Beppe Passarino, rientrava nel progetto “Voltapagina”, iniziativa del Salone Internazionale del Libro di Torino nata nel 2007 per portare i grandi autori i della narrativa italiana negli Istituti Penitenziari durante il periodo di apertura del Salone. Una rassegna importante, cresciuta negli anni e che ha visto la partecipazione di detenuti e pubblico esterno. Il tutto organizzato insieme al Ministero della Giustizia.

A causa dell’emergenza covid non è stato possibile invitare del pubblico esterno ed erano quindi presenti solamente i rappresentati di associazioni ed enti che collaborano con la Casa di Reclusione di Asti.

Tra questi hanno aderito all’evento la Presidente della Fondazione Biblioteca Astense “G.Faletti” Roberta Bellesini, il Presidente della Fondazione “Giovanni Goria” Marco Goria, la presidente della Associazione ASO Asti Sistema Orchestra Antonella Pronesti, il Garante Regionale delle persone private della libertà on. Bruno Mellano e la Garante Comunale delle persone private della libertà Paola Ferlauto.

L’evento ha visto la partecipazione ampia e attiva dei detenuti, preparati dalla professoressa Paola Savio dell’istituto scolastico Cpia 1 Asti. I partecipanti hanno interagito con l’autore, ponendo domande che la lettura dell’opera ha suscitato e riflessioni che i vari episodi presenti nel testo hanno richiamato.

Bruno Ventavoli al termine si è impegnato, anche su richiesta dei presenti a coinvolgere ed invitare altri autori, anche al di fuori del progetto in atto. Oltre che costituire un importante momento di promozione culturale, questa iniziativa conferma la volontà della Casa di Reclusione di favorire momenti d’incontro permanenti tra la realtà carceraria e quella esterna.

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