Il Circolo Lehmann al Diavolo Rosso – Dentro la notizia
ASTI – Questo venerdì 4 marzo alle 21, alDiavolo Rossodi piazza San Martino, la bandCircolo Lehmannpresenterà il nuovo album“Il re delle lepri”.Pubblicato il 29 ottobre per Libellula, “Il re delle lepri”è il nuovo disco delCircolo Lehmann.Prodotto daAndrea Bergesio(già al lavoro con Ezio Bosso, Mambassa,1993 La serie, Cousteau, Bocelli) il disco fonde la narrazione dimatrice cantautorale con un linguaggio folk post-moderno fatto di continue contaminazioni: di genere, armoniche ed effettistiche e mette in musicala crisi dell’uomo digitale nell’era post covidtracciando la via della decrescita anche se non senza un’ombra di dubbio che lascia l’ascoltatore nell’incertezza.Un concept album di 13 tracce, perennementesospesetraelettronica, richiami new wave e atmosfere bucoliche, nel quale la formazione piemontese affronta il tema delladecrescita da un punto di vista esistenziale. Al centro della narrazione si pongono le delusioni e le frustrazioni di un professionista quarantenne che fa i conti con i suoi fallimenti, i sogni mancati e la perennenon-soddisfazionedei desideri; ansioso di disintossicarsi da uno stile di vita consumistico, reso ancora più meccanico e asfissiante dalla dimensione digitale, è al contempo frenato dall’incapacità di abbandonare del tutto le ambizioni, i desideri e i bisogni materialistici che popolano da sempre il suo immaginario. Non trovando una via di fuga dalla dimensione sociale in cui è abituato a vivere, medita infine di intraprendere una vita eremita diventando il ‘re delle Lepri’.Il titolo del disco rende omaggio all’omonimo racconto dello scrittore argentino Federico Falcoche narra le disavventure di un uomo in cerca della propria identità, un eremita improvvisato e pasticcione. La monografia dei Lehman ambienta nel un contesto occidentale digitalizzato i dubbi esistenziali di un uomo perennemente insoddisfatto che vuole sempre di più ma allo stesso tempo è chiamato a riflettere sul valore della propria esistenza e sulle conseguenze delle proprie azioni rispetto a se stesso e alla sopravvivenza delle generazioni future.Il re delle lepri è un po’ ognuno di noi.E’ colui che non sa scegliere (“Quello che avrei voluto fare”), che vivacchia in una relazione apatica (“Sempre più grande”), che si sente diverso senza sapere chi è (“Uno di noi deve essere sbagliato”), è quello messo in crisi dalla modernità (“Mangia tutto”, “Le identità degli altri”), quello che guarda con amarezza il confine dei sogni (“Venezia non è”) e infine è quello che trova il coraggio di cambiare. O almeno ci prova.ll disco affronta il tema delconsumismo al tempo della digitalizzazionepartendo dai concetti di società liquida di Zygmunt Baumann e dai temi della decrescita di Serge Latouche. Nei testi è centrale da un lato il desiderio diuna vita meno sottomessa all’inappagamento continuoche genera frustrazione, e dall’altro quello difuggirea una macchina grandiosa e coercitiva che ci reprime attraverso tutto il superfluo che ci circonda.“Il protagonista–racconta Ghego Zola del Circolo Lehmann–ad un tratto non si riconosce più nella vita che si è costruito. L’abbandono da parte della compagna e un lavoro asfissiante lo spingono a mettere in discussione il suo rapporto con le cose e le persone. Si domanda cosa gli manchi realmente. Inizia a pensare che la sua infelicità, il sentirsi una nullità e il mancato riconoscimento sociale a cui ambiva siano frutto di un modello di vita consumistico in cui non si riconosce più; un modo di vivere che mangia tutto (per citare la canzone) in modo onnivoro, nutrendosi del vuoto che le persone sentono dentro di loro, per riempirle con soddisfazioni di facciata, inutili beni acquistati solo per apparire all’altezza degli altri”.Per prenotazioni 3477935323 |diavolorosso.staff@gmail.com