I Carabinieri avvertono, “è la CARNE peggiore quella che finisce nel tuo piatto” | Un solo boccone e chiami il 118

La carne peggiore - fonte_Canva - Dentrolnotizia.it
Lo hanno dichiarato anche i Carabinieri del NAS e questa carne potrebbe essere veramente velenosa per chi la consuma.
Troppo spesso si crede che il rischio a livello alimentare deriva solo ed esclusivamente dai prodotti esotici o dai cibi preconfezionati che potrebbero essere di dubbia provenienza. Di recente ci sarebbe stata una clamorosa operazione dei Carabinieri che avrebbero rivelato quanto si rischia nell’acquistare prodotti di dubbia provenienza.
Quello che sorge dall’inchiesta aperta dai NAS è che sono molti i prodotti che espongono a rischio: selvaggina fresca, tagli pregiati, salumi artigianali e alimenti “a chilometro zero”. Insomma sono dei prodotti che almeno sulla carta dovrebbero essere estremamente genuini, invece non lo sono affatto, almeno in alcuni specifici casi.
Il monito a riguardo arriva forte e chiaro, perché in questi casi specifici, sarebbe sufficiente un solo boccone di carne sbagliata per finire dritti dritti al pronto soccorso.
Quello che nelle scorse settimane è venuto alla luce è qualcosa di veramente assurdo.
Cosa c’è davvero dietro i sapori della tradizione
Dai ammettiamolo, se se ne presente l’occasione, un po’ tutti ci facciamo tentare, soprattutto se si tratta di un piatto di cervo in salmì, una tagliata di cinghiale su un letto di funghi o piatti che comunque richiamano la tradizione italiana, che sappiamo essere la migliore a livello gastronomico. L’immaginario della cucina tipica e montanara è radicato nella cultura italiana, peccato che i recenti controlli dei Carabinieri dei NAS avrebbero portato alla luce una verità non solo scomoda, ma forse addirittura paurosa.
I militari hanno rinvenuto carni di cervo, cinghiale, daino e salumi artigianali scaduti da anni, che erano stati congelati in modo improprio e conservati in ambienti del tutto inadeguati. Secondo le informazioni che arrivano a riguardo, sembra che alcuni lotti risalivano addirittura a più di 20 anni fa. Non mancava poi: pesce, uova e formaggi tenuti in luoghi infestati da muffe o da roditori, senza alcun controllo sanitario. Una situazione realmente allarmante con alimenti che dovevano essere serviti agli ospiti.

Una storia piuttosto inquietante
A livello sanitario le lacune erano veramente moltissime, altissimo il rischio di: botulino, salmonella, tossinfezioni alimentari: patologie che possono insorgere con sintomi acuti già dopo poche ore e che, nei casi più gravi, richiedono un intervento immediato del 118. Il teatro di tutto ciò sarebbero stati i rifugi dell’Appennino in Emilia. Qui le escursioni dei turisti sono la vera anima le luogo e le ispezioni che sono state condotte tra il mese di giugno scorso e luglio avrebbero rivelato una realtà che ha dell’assurdo.
Un bilancio veramente da brividi, con oltre 700 chili di alimenti sequestrati, quattro strutture chiuse per gravi carenze igieniche, sanzioni per 27 mila euro e un danno economico stimato in oltre 2,6 milioni di euro. Solo quattro esercizi su sedici sono risultati in regola, a conferma di un quadro allarmante e diffuso.