“Hai la febbre? Non m’importa, vieni a lavorare lo stesso o ti licenzio”: ufficiale, il CERTIFICATO MEDICO NON SERVE PIU’ I Addio per sempre: INPS impone la nuova regola ‘killer’

dottore medici farmaci - dentrolanotiziabreak

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“Hai la febbre? Non m’importa, vieni a lavorare lo stesso o ti licenzio”: ufficiale, anche se ti sembrerà assurdo, ma possono cacciarti seduta stante. Sì: non basta che tu stia male, e il certificato medico non serve più. Ora è cambiato tutto.

Inps impone una nuova regola che alcuni non hanno perso tempo nel definire ‘killer’. Perché? A detta loro, ‘ucciderebbe’ un diritto dei lavoratori.

Ma che cosa c’è di vero? Di che cosa si parla esattamente? Addio per sempre alla prassi per come, magari, eravamo abituati a considerarla.

Il certificato medico, infatti, non ti salva: o se non altro, non più, non come prima, almeno. Non nella misura in cui viene usato in un determinato modo.

E la conseguenza di questo atto, che evidentemente va a stridere con i protocolli procedurali indicati da INPS, è quella accennata: rischi grosso, fino al licenziamento.

Se hai la febbre e non vai a lavorare ti possono cacciare

Chiariamoci subito. L’indennità di malattia rappresenta un diritto fondamentale per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e serve a garantire una copertura economica durante il periodo in cui non è possibile svolgere la propria attività lavorativa per motivi di salute. Tuttavia, per poter beneficiare di tale indennità, è necessario che la procedura di comunicazione all’INPS sia svolta in modo corretto e nei tempi previsti dalla legge.

In particolare, il diritto all’indennità scatta solo nel momento in cui il medico curante invia telematicamente il certificato di malattia all’INPS. Tale certificato deve contenere le informazioni essenziali, come la diagnosi, la durata prevista dell’assenza e la data di decorrenza della malattia. Questo documento ha valore legale e costituisce la base su cui l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale calcola e riconosce l’indennità dovuta.

Controlli medici per il rinnovo della patente - dentrolanotiziabreak.it - 20250905
Dei controlli medici (foto freepik) dentrolanotiziabreak.it

Ecco la procedura corretta, o sono guai

Un punto spesso poco chiaro riguarda la possibilità di emettere un certificato retroattivo. In linea generale, infatti, il medico non può datare la malattia a un giorno precedente rispetto alla visita. Tuttavia, esiste un’unica eccezione prevista dalla normativa: nel caso in cui il medico effettui una visita domiciliare e riscontri che lo stato di malattia era già presente nel giorno precedente, egli può indicare quella data come inizio effettivo della malattia.

In tutti gli altri casi, invece, non è consentito attribuire retroattivamente una data diversa, poiché ciò potrebbe configurare un’irregolarità nella trasmissione del certificato. È quindi fondamentale che il lavoratore, non appena avverte i sintomi o si trova in una condizione di salute tale da impedirgli di lavorare, contatti tempestivamente il proprio medico. Come leggiamo anche su Brocardi, senza l’invio corretto del certificato di malattia all’INPS a seguito di visita domiciliare, non si può indicare un giorno precedente quale decorrenza della malattia.