Furti a San Damiano: in manette tre sinti

I componenti della banda, domiciliati nello stesso comune, sono un uomo di 27 anni e due donne di 53 e 42 anni

F.B.

carabinieri (10)
Foto di Roberto Signorini

ASTI – Misure efficienti in tempi brevi. A poco più di un mese dall’ultimo reato, il nucleo operativo della compagnia dei Carabinieri di Villanova d’Asti ha tratto in arresto un gruppo di criminali, rei di avere commesso alcune rapine nel comune astigiano di San Damiano. «Il contrasto ai furti, su questo territorio, è una priorità – ha commentato Pierantonio Breda, comandante provinciale dell’Arma – Per questo motivo è importante il contributo dei cittadini attraverso segnalazioni o informazioni, elementi che messi a sistema possono aiutare a comporre un quadro più grande». Anche in questo caso il contributo di alcune segnalazioni è stato determinante, assieme a una celere risposta di carattere investigativo. Le manette sono scattate per tre individui domiciliati nello stesso comune di San Damiano: un uomo di 27 anni e due donne, una di 53 anni e una di 42. Tutti e tre di etnia sinti e con precedenti penali. La banda aveva messo a segno il primo colpo nella giornata di lunedì 8 ottobre, prendendo di mira due case contigue che in quel momento erano vuote e facendo razzia di gioielli, monili, spille, anelli nuziali, perfino una medaglietta commemorativa. Il secondo furto è stato invece perpetrato il 23 ottobre a danno della casa canonica della parrocchia di San Vincenzo, mentre il parroco era impegnato a officiare un funerale. In questo caso impossessandosi di una busta contenente 720 euro, quota da destinare alle missioni. Della refurtiva nessuna traccia, ma la ricostruzione dei fatti mette in rilievo in quale modo agisse la banda: sopralluoghi e valutazione delle postazioni maggiormente vulnerabili, come le case vuote nei giorni di mercato oppure i luoghi inoccupati. Anche le modalità sono ricorrenti, come spiegato dal comando provinciale di Asti. L’obiettivo non è il bottino che cambia la vita, ma quello di mettere a segno tante razzie sottraendo quello che si riesce nel minor tempo possibile. Per questo i bersagli più adocchiati sono quelli maggiormente facili da raggiungere, vulnerabili, privi di sistemi di sicurezza o protezioni particolari. Tra i vestiti e gli oggetti sequestrati dai carabinieri anche una ricetrasmittente con la quale i criminali mantenevano i contatti durante gli illeciti, eludendo in questo modo la tracciabilità sul telefono cellulare.

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