Freniamo l’onda populista, prima che sia troppo tardi

Quando il 3 febbraio scorso Luca Traini, a suo dire scosso dalla tragica morte di Pamela Mastropietro,imbracciò le armi dando vita a una “caccia al nero” che mise a ferro e fuoco Macerata,più di un commentatore mise in guardia dal rischio che il populismo dilagante nella politica, poi sfociato nel clamoroso risultato delle elezioni dello scorso maggio,potesse fungere da “benzina sul fuoco” per menti più o meno instabili e razziste.Quegli appelli alla moderazione, ovviamente, sono caduti tutti nel vuoto ed oggi, con un governo ed un ministro degli Interni a marcata trazione populista, se ne iniziano a vedere i risultati.Un crescendo di intolleranze e aggressioni di carattere razziale tale che, se ci trovassimo di fronte una classe dirigente degna di questa definizione, non potrebbe non preoccupare. Invece si tende a sminuire sempre tutto, riducendo l’intolleranza montante a “quattro cretini” certo da condannare, ma isolati. Così non è, come dimostrato dal succedersi di episodi.Fermo restando i dubbi che permangono su quello, mediaticamente più rilevante, che ha visto vittima l’atleta Daisy Osakue (nata e cresciuta in Italia, con buona pace dei molti, anche tra i colleghi giornalisti, che si sono complimentati con lei per l’ottimo italiano… scontato, per una cittadina italiana, appunto),i casi di violenza ed intolleranza stanno iniziando a diventare troppi per continuare a considerarli fatti a sé stanti.Dalla “ronda” indagata per l’omicidio preterintenzionale dell’immigrato marocchino ad Aprilia all’italo-senegalese cacciato dall’Asl di Roseto degli Abruzzi perché “Questo non è l’ufficio veterinario” gli episodi si moltiplicano esponenzialmente e il senso d’impunibilità, vera “benzina” per la xenofobia, aumenta.Certo, fortunatamente c’è chi, come il proprietario di un bar in Sardegna, ha consigliato a degli avventori,che non volevano farsi servire da un cameriere nero, di cambiare bar. Ma non basta. E’ necessario fare molto di più per sconfiggere razzismo, ignoranza e paure.

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