Europa Verde chiede ai sindaci di zona un’azione collettiva di contrasto al progetto di un nuovo polo industriale a San Paolo Solbrito

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato in cui “Europa Verde” esprime il proprio dissenso all’uso di suolo agricolo nel Comune di San Paolo Solbrito per la realizzazione di un polo industriale.

#ILSUOLOSOPRATTUTTO

Dalla stampa di questi ultimi giorni è emersa notizia dell’ennesimo tentativo da parte di alcuni industriali del cemento di cancellare, in zona Dusino, San Poalo Solbrito, 135.000 metri quadri di terreno agricolo pianeggiante per la realizzazione di un nuovo polo industriale.

Dalle informazioni riportate, si sa che terreni agricoli che oggi hanno un prezzo medio catastale di 1,95 euro per metro quadro potranno essere pagati 3 volte il loro valore. In cambio e in più si dice possano essere proposti agli attuali proprietari l’acquisizione di un nuovi terreni su cui trasferire le proprie attività, sempre nel Pianalto astigiano e al prezzo di mercato catastale: un vero affare direbbe qualcuno.

Sugli abitanti, sui contadini di zona, tuttavia, non pare che l’offerta faccia presa. Molti si sono già mobilitati e hanno manifestato forte ostilità all’idea.

L’azienda promotrice dell’iniziativa e del progetto opera nella la distribuzione all’ingrosso di alimenti surgelati. Come sempre in situazioni simili, si è già mossa con la promessa di 200 posti di lavoro. Consueto il baratto: occupazione teorica per danno ambientale certo.

Ricorrente anche il greve ricatto: si vogliono posti di lavoro? Occorre accettare rinunce e sacrifici pagati, letteralmente, “in natura”.

Europa Verde

-considera certamente importante lo sviluppo economico sul territorio;

-ricorda che, proprio nelle zone interessate, si è consolidato, negli anni, uno sforzo importante –

condotto da associazione agricole e cittadini – per immaginare e realizzare ipotesi di sviluppo legate alla valorizzazione dei prodotti locali di qualità, alla valorizzazione del paesaggio, all’incentivo

dell’accoglienza e del turismo;

-segnala che la nostra provincia e la stessa zona interessata dal progetto pullulano di capannoni e di

edifici simili. Sorti, tempo fa, sull’onda “creativa” e miope di uno sviluppo mai nato, giacciono ora vuoti e inutilizzati; le stesse leggi regionali indicano in tali contesti (zone depresse e abbandonate, edifici e manufatti in disuso) i siti su cui indirizzare iniziative e azioni come quelle immaginate dagli imprenditori comparsi in Pianalto.

-Invita caldamente a ricordare tale dato tutte le volta la sete di profitto di pochi rischia di mettere a

repentaglio la natura, l’ambiente, i beni comuni. La condizioni terribili che si stanno vivendo

(pandemia Covid correlata ai tassi di inquinamento in pianura padana) ci ricordano che il saccheggio sistematico dell’ambiente si paga a carissimo prezzo e che non c’è più tempo, né alibi per insistere su pratiche nefaste di consumo scriteriato del suolo.

Europa Verde chiede a tutti i Sindaci di zona una presa di coscienza e un’azione collettiva di contrasto al progetto e di sostegno all’opposizione manifestata dai cittadini e dagli operatori agricoli che su quelle terre vivono e lavorano.

Europa Verde sottolinea – con forza in modo che resti bene in memoria – che i 135.000 metri quadri in questioni saranno – se offerti al profitto – destinati a tramutarsi terra morta e bruciata per i

prossimi mille anni.

Tutelare il territorio è un dovere di tutti. Vederlo tutelato è un diritto.

Patrizia Montafia – Giuseppe Sammatrice

Coportavoce della federazione provinciale di Asti dei Verdi – Europa Verde

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