CANONE RAI: altro che sconti o esenzioni, costretti a PAGARLO A VITA I Ufficiale: non guardi la TV ma allo Stato non importa nulla, paghi in automatico

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Canone Rai, altro che sconti o esenzioni, costretti a pagarlo a vita. E non hai scampo, anzi, è ufficiale: non guardi la TV ma allo Stato non importa nulla. La tassa continuerà ad arrivarti e, peggio ancora, la pagherai perfino in automatico.
Tra le imposte più discusse e spesso contestate dagli italiani c’è senza dubbio il canone RAI, un contributo che ogni anno suscita polemiche, dubbi e malumori.
È una di quelle tasse che, volenti o nolenti, si paga a prescindere dall’uso effettivo del servizio, un po’ come accade con il bollo auto: anche se l’auto resta ferma in garage, il tributo va comunque versato.
Il principio alla base del canone RAI è semplice: si tratta di una tassa sul possesso di un apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo, e quindi potenzialmente in grado di accedere ai canali del servizio pubblico.
Non importa se si guarda la televisione o meno, né se si preferiscono piattaforme o altre forme di intrattenimento digitale: il solo fatto di avere un televisore in casa comporta l’obbligo di pagare.
Vedi o non vedi, non importa: devi pagare
Molti cittadini trovano questa impostazione ingiusta o anacronistica, soprattutto oggi, in un’epoca in cui la fruizione dei contenuti audiovisivi è cambiata radicalmente. Guardare programmi in streaming, informarsi online o usare i social ha ormai sostituito la televisione tradizionale per una larga fetta della popolazione. Eppure, il canone resta un obbligo fiscale da rispettare.
Facendo un paragone, è come se si dovesse pagare un abbonamento a Internet solo per il fatto di possedere uno smartphone, indipendentemente dal suo utilizzo reale. Il senso di imposizione senza scelta è ciò che più irrita i contribuenti, che percepiscono il canone come una tassa “di principio”, piuttosto che come un servizio realmente fruito.
Non ci sono chance, tranne casi rari
Negli ultimi anni il pagamento del canone RAI è stato inserito direttamente nella bolletta della luce, una scelta fatta per ridurre l’evasione e rendere più immediata la riscossione. Questo sistema ha di fatto reso quasi impossibile evitarne il pagamento, salvo i casi di esonero specifico (ad esempio per gli over 75 con reddito basso o per chi non possiede alcun apparecchio televisivo).
Il canone, che ammonta a circa 90 euro all’anno, serve a finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo, garantendo la produzione di programmi informativi, culturali ed educativi accessibili a tutti. Tuttavia, la percezione diffusa è che la qualità dei contenuti non sempre giustifichi l’obbligo del pagamento, e molti si chiedono se non sarebbe più giusto trasformarlo in un abbonamento volontario.