Buoni pasto, da settembre valgono molto meno: potresti non riuscire a comprarti manco un’insalata | Così ti fregano ogni mese

Cambiano le regole sui buoni pasto - dentrolanotiziabreak.it - 20250901

Cambiano le regole sui buoni pasto - dentrolanotiziabreak.it (foto freepik)

Coloro che usufruiscono dei buoni pasto aziendali dovranno prestare attenzione nei prossimi giorni: il loro valore è destinato a diminuire.

I buoni pasto sono benefit aziendali, cartacei o elettronici, che permettono ai lavoratori di acquistare pasti o generi alimentari in esercizi convenzionati (bar, ristoranti, supermercati) come alternativa alla mensa aziendale.

Essi rappresentano uno strumento di welfare che offre vantaggi fiscali sia ai datori di lavoro, con detrazioni e IVA agevolata, sia ai dipendenti, con esenzioni fiscali per i valori che non superano le soglie stabilite dalla legge (4 euro per i cartacei, 8 euro per gli elettronici).

A partire dall’1 settembre sono cambiate una serie di regole relative le commissioni sui buoni pasto, con potenziali conseguenze negative proprio per i dipendenti che ne usufruiscono.

Ecco tutto quello che c’è da sapere e come potrebbe cambiare l’utilizzo di questi strumenti che consentono di risparmiare sui pasti durante le ore di ufficio.

Buoni pasto, le regole per il loro utilizzo

In Italia, i buoni pasto sono considerati personali e non cedibili, utilizzabili per pasti pronti o generi alimentari in esercizi convenzionati e supermercati. La normativa permette di utilizzarne al massimo 8 in una singola transazione e stabilisce che non si abbia diritto al resto se l’acquisto è inferiore al loro valore facciale. L’effettiva concessione e l’orario per il diritto sono definiti dalle aziende, ma in genere spettano a chi lavora per almeno sei ore o per tre ore di straordinario dopo una pausa pranzo di almeno 30 minuti.

Dall’1 settembre 2025, è partito il tetto del 5% sulle commissioni per i buoni pasto: sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati, non può essere superata questa soglia. Ciò significa che i danni ai commercianti sono notevolmente limitati poiché, fino all’introduzione di questa legge, essi dovevano pagare commissioni che potevano arrivare fino al 20%. In questo modo, invece, essi vengono tutelati ma, allo stesso tempo, coloro che usufruiscono dei buoni pasto potrebbero risentire negativamente di questa norma.

Buoni pasto, brutte notizie per i dipendenti - dentrolanotiziabreak.it - 20250901
Buoni pasto, brutte notizie per i dipendenti – dentrolanotiziabreak.it (foto freepik)

Buoni pasto, cosa cambia da settembre

Apparentemente, per i dipendenti non vi sarà alcun cambiamento perché il valore dei buoni pasto resterà lo stesso. Cambiano, invece, gli accordi tra le aziende che erogano i buoni pasto e i commercianti. L’associazione Anseb, però, ha criticato questi cambiamenti poiché la riduzione delle commissioni per chi vende i buoni pasto porterà ad una diminuzione dei guadagni e, per compensare le perdite, le imprese che li erogano potrebbero proporre prezzi più alte alle aziende che li acquistano.

Di conseguenza, alcune aziende potrebbero addirittura pensare di rivedere i costi destinati ai buoni pasto dei dipendenti, ipotizzando così ulteriori tagli ai danni dei lavoratori.