Bilancio di previsione, Malandrone: “Dall’Amministrazione solo risposte lacunose su alcuni temi”

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Mario Malandrone (Ambiente Asti) sul bilancio di previsione

La maratona del bilancio di previsione è terminata, c’è un equilibrio nel bilancio ma un bilancio di previsione contiene elementi per valutare la politica di una giunta, in particolare se è l’ultimo bilancio di previsione.

E’ stata una maratona di 5 giorni in Consiglio Comunale, ma alle richieste di chiarimenti dei Consiglieri Comunali, solo risposte lacunose su alcuni argomenti e per il resto l’amministrazione non ha risposto ai quesiti posti.

Il Sindaco ha annunciato che noi lo avremmo criticato su un programma non realizzato, dicendo che ignoriamo cosa è successo negli ultimi anni cioè una pandemia.

La pandemia per noi e per le nostre famiglie è stato un periodo di lutti, di difficoltà, ma mai come in questo biennio lo stato e le regioni hanno riaperto i rubinetti verso i Comuni, sia in termini di spesa corrente, di trasferimenti per minori entrate, sia in termini di fondi per opere.

La giustificazione di Rasero non tiene, non ha portato a termine quasi nessuna delle cose annunciate, non ha rilanciato la città e ora chiede altri 5 anni per farlo.

Iniziamo con le tariffe, nel 2017 appena insediato le ha aumentate, non conta quindi che ora siano in stallo, a fronte di un bilancio più ricco di trasferimenti statali.

La Tari non aumenterà non per politiche virtuose sull’ambiente, ma perché non c’è ancora un piano tariffario dovuto all’iter di definizione della tariffa.

Nulla di nuovo sugli obblighi di estensione ZTL e area pedonale, nulla di nuovo sul Trasporto Pubblico Locale, nuovi mezzi ma nessun miglioramento del servizio.

Il Piano sulle piste ciclabili costosissimo, ha visto l’abbandono del tavolo con le associazioni perché in dissenso e Asti si muove in estremo ritardo in tal senso.

Discutibile in termini di qualità ambientale il nuovo piano sui rifiuti.

Non è chiaro ancora a nessuno cosa si intenda fare su AEC, ci son voluti 3 presidenti e 4 anni per annunciare nuovi patti parasociali.

Abbiamo assistito a un peggioramento del settore urbanistico dopo la riorganizzazione dell’Assessore Coppo. Cinque anni per peggiorare le condizioni sociali nel campo Rom e superamento del Campo senza una reale progettazione. Sui mercati gravi disattenzioni su quello ortofrutticolo, lamentele da Piazza Catena, conflitto aperto con i mercatali di Piazza Alfieri.

Zero interventi su agricoltura, difficoltà nell’accompagnare un territorio spesso virtuoso.

La città ha perso sovranità sulla gestione dei musei e all’Assessore Imerito, smarrito dalla carenza di compiti del suo assessorato, ha certo faticosamente realizzato eventi. Purtroppo la politica museale ha perso la funzione sociale che hanno i musei pubblici.

Sul piano triennale delle opere pubbliche spiccano le incompiute Jona, e l’eterna promessa Cavalcavia Giolitti, si annunciano nuove scuole da demolire e ricostruire e si trascurano scuole con carenza di spazi.

Pochissime risorse su frazioni, molte risorse su incarichi.

Nessuna visione sugli spazi vuoti se non quella intercettata da proposte di altri enti che hanno risorse per recuperarli. Abbandonato l’Ex Ospedale, la Maternità, il Ferro Hotel, parte di Piazza Leonardo da Vinci, annunci su ex Casermone contrastanti. Poche idee sull’area Waya e Enofila, se non l’utilizzo di 825 000 euro per palestre all’ultimo piano.

Molte telecamere alcune messe altre future, ma quartieri che continuano a essere oggetto di problemi di sicurezza. Pochissimi interventi sulla parte educativa, pochissimi soldi a bilancio, annunciato un progetto sulla dispersione che è goccia nel mare del bilancio, con dati su livelli di istruzione bassissimi.

Si continua sul Bando periferie (progetto della scorsa amministrazione) e alle innumerevoli domande sul recente progetto Pinqua che sarebbe servito per recuperare alloggi popolari, crearne di nuovi e finire il recupero del polo di Istruzione degli adulti nessuna risposta alle innumerevoli domande.

Sul Sociale, sicuramente l’assessore Cotto ha costruito una sua rete di associazioni, ma non vi è molto sotto il sole sul tema di casa, lavoro e miglioramento delle problematiche sociali a fronte di trasferimenti importanti da parte di stato e regione, sia legati alla pandemia, che rispetto alle problematiche abitative.

Sulla salute zero risposte in tema di risorse.

Nessuna risposta su che tipo di programmazione intendono adottare sui progetti del PNRR, una convinzione estrema di aver fatto bene e di meritare altri 5 anni per realizzare ciò che non hanno fatto in 5.

Intanto Asti perde centralità, attrae sempre meno il territorio circostante.

Le idee guida del futuro post covid dalla transizione ecologica, alla Digitalizzazione, innovazione, alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, all’inclusione e coesione, alla salute non ci vedono brillare, ma stagnare nel panorama nazionale.

Ci verrà detto che questo è un bilancio politico, ma è ciò che si evince da un bilancio di previsione che per grazia ricevuta contiene molti aiuti dall’amministrazione statale, che contiene progetti frutto del lavoro tecnico degli uffici, ma che davvero disegna una città ferma e immobile.

E ci mancherebbe se non ne dessimo un giudizio politico, dell’ultimo bilancio di previsione di un’amministrazione che ha vissuto di annunci, foto, presenzialismo ma che nel concreto ci consegna una città con problematiche irrisolte, acutizzate.

Mario Malandrone

 

 

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